La caduta di Gerusalemme:

607a.E.V. o 587a.E.V.?

Nel tentativo di screditare gli studi dei Testimoni di Geova, molti oppositori attaccano quella che secondo loro è una nostra dottrina primaria, ovvero “l’instaurazione nei cieli del Regno di Dio nel 1914”.

Per far questo hanno pensato di minare questo insegnamento alla base, sperando che crolli tutto il resto. Essi affermano che i nostri studi poggiano sulla data sbagliata della distruzione di Gerusalemme nel 607 a.E.V. È infatti noto che la quasi totalità delle fonti storiche pongono tale avvenimento nell’anno 587 a.E.V. In questa trattazione analizzeremo i seguenti argomenti:


  • il 607 è una data sostenuta dalla Bibbia?

  • il VAT 4956 è degno di fiducia?

  • il mondo accademico è unanime in merito al 587?

Quello che sfugge ai nostri critici, è che la data del 607a.E.V. non è alla base dei nostri ragionamenti. Il 607 è solo una conseguenza a cui si arriva basandosi sui 70 anni di desolazione.

Le fonti storiche ammettono che la desolazione terminò nel 537 a.E.V. Se ne deduce matematicamente che la desolazione non poté che iniziare nel 607 a.E.V. Anno dal quale vengono conteggiati i “sette tempi” secondo la regola “un giorno per un anno”. Davanti ad un simile ragionamento tanto semplice quanto disarmante, i nostri detrattori iniziano a sentenziare dichiarazioni del tipo:

  1. La regola di “un giorno per un anno” ve la siete inventati voi.

  2. I 70 anni di desolazione non furono realmente di “desolazione” ma di “asservimento”.

Riguardo al punto 1, è interessante cosa dice il noto Matthew Henry Commentary spiegando i “390 giorni” di Ezechiele:

“The 390 days, according to the prophetic dialect, signified 390 years”.

Traduzione:

“I 390 giorni, secondo il gergo profetico significarono 390 anni.”

Quest’opera (e non è l’unica) riconosce quindi l’esistenza della regola profetica del “un giorno per un anno”. Regola che risulta quindi non essere di nostra invenzione.

Per quanto riguarda il punto 2, dobbiamo per forza esaminare alcuni passi biblici per comprendere cosa effettivamente la Sacra Scrittura insegna. Quello che segue potrebbe sembrare un po’ noioso….. ma se riuscirete a terminarne la lettura comprenderete come la Bibbia non lascia dubbi sul fatto che i 70 anni furono di desolazione.

Il 607 a.E.V. è una data sostenuta dalla Bibbia?

Quando Geova fece il patto con il suo popolo, Egli promise loro una terra. Li avvertì però di quello che sarebbe accaduto nel caso fossero venuti meno al patto ed avessero disubbidito ai suoi comandamenti.

Levitico 26:32-35:

31 E in realtà darò le vostre città alla spada e renderò desolati i vostri santuari, e non aspirerò i vostri odori riposanti 32 E io, da parte mia, di sicuro renderò desolato il paese, e i vostri nemici che vi dimorano ne rimarranno semplicemente stupiti.

33 E vi disperderò fra le nazioni, e certamente sguainerò la spada dietro a voi; e il vostro paese dovrà divenire una desolazione, e le vostre città diverranno una desolata rovina.

34 “‘In quel tempo il paese sconterà i suoi sabati, tutti i giorni che giacerà desolato, mentre voi sarete nel paese dei vostri nemici. In quel tempo il paese osserverà il sabato, giacché dovrà scontare i suoi sabati.

35 Osserverà il sabato tutti i giorni che giacerà desolato, per il fatto che non avrà osservato il sabato durante i vostri sabati quando vi abitavate.

Geova fece più volte riferimento alla Legge, richiamando l’attenzione sulla responsabilità dei principi e del popolo e spiegando in che cosa avevano trasgredito. Più volte Geova richiamò l’attenzione su quello che, come li aveva avvertiti per mezzo del profeta Mosè, sarebbe accaduto loro se avessero rifiutato di ascoltare le sue parole e avessero infranto il suo patto. (*** it-1 1042 Geremia ***)

Per esempio, relativamente all’antico popolo di Dio, si avverarono profezie di distruzione e di restaurazione. Finché adorarono fedelmente Geova, prosperarono nel ‘paese in cui scorreva latte e miele’ dato loro da Dio.

(Levitico 20:24; I Re 4:1, 20) Ma erano stati preavvertiti che, se avessero disubbidito, quel paese, che era un vero paradiso, sarebbe divenuto un deserto devastato. (Levitico 26:27-35) Nel 607 a.E.V., circa 900 anni dopo che Mosè aveva scritto Levitico, i babilonesi conquistarono Giuda e Gerusalemme. Poco dopo, i giudei rimasti nel paese fuggirono in Egitto, e la desolazione predetta divenne completa. Geremia 39:8-10; 40:5; 41:2; 43:1-7. (*** w84 1/9 10 La Parola di Geova è certa! ***)

I cinque versetti di Levitico sopra riportati costituiscono le clausole contenute nella promessa divina in caso di disubbidienza alla Legge del Patto. Esse spiegano che se il popolo avesse continuato nella ribellione, sarebbe stato rimosso dalla terra donatagli da Dio. Per far si che ciò avvenisse, Geova avrebbe permesso ai nemici del suo popolo di distruggere le loro città e di portarli in esilio.

E mentre si sarebbero trovati in esilio, la loro terra sarebbe stata desolata finché avessero pagato i loro Sabati.

2 Cronache 36:1-21

1 Il popolo del paese prese quindi Ioacaz figlio di Giosia e lo fece re in luogo di suo padre a Gerusalemme.

2 Ioacaz aveva ventitré anni quando cominciò a regnare, e regnò tre mesi a Gerusalemme.

3 Comunque, il re d’Egitto lo rimosse a Gerusalemme e impose al paese una multa di cento talenti d’argento e un talento d’oro.

4 Per di più, il re d’Egitto fece Eliachim suo fratello re su Giuda e Gerusalemme e cambiò il suo nome in Ioiachim; ma suo fratello Ioacaz, Neco [lo] prese e [lo] portò in Egitto.

Dopo che Giosia fu ucciso dal faraone Neco a Meghiddo (629 a.E.V.), il popolo fece Ioacaz re su Gerusalemme. Questo adempì una clausola della maledizione contenuta in Levitico 26:17:

17 E in effetti porrò la mia faccia contro di voi, e sarete certamente sconfitti davanti ai vostri nemici; e quelli che vi odiano proprio vi calpesteranno, e realmente fuggirete quando nessuno vi inseguirà.

Neco, come diritto di conquista, assoggettò quindi Giuda e rimosse Ioacaz insediando al suo posto Ioachim come suo servo (628 a.E.V.). In seguito, entro 4 anni, Neco si impegnò in combattimento con Nabucodonosor nella battaglia di Charchemish.

Neco fu sconfitto e ritornò in Egitto (625 a.E.V.).

5 Ioiachim aveva venticinque anni quando cominciò a regnare, e regnò undici anni a Gerusalemme; e continuò a fare ciò che era male agli occhi di Geova suo Dio.

Dopo che Nabucodonosor sconfisse Neco, egli assoggettò Giuda per diritto di conquista. Neco rimase in Egitto per il resto dei suoi giorni e non fece nessun tentativo di recuperare i territori persi. Ioachim pagò i tributi a Nabucodonosor per tre anni , dopodiché si ribellò.

6 Nabucodonosor re di Babilonia salì contro di lui per serrarlo in due ceppi di rame e portarlo a Babilonia. In risposta alla rivolta, Nabucodonosor sali’ contro Gerusalemme nell’undicesimo anno di Ioiachim.

7 E Nabucodonosor portò a Babilonia alcuni utensili della casa di Geova e li mise quindi nel suo palazzo a Babilonia.

8 In quanto al resto dei fatti di Ioiachim e alle cose detestabili che fece e a ciò che si trovò contro di lui, ecco, sono scritti nel Libro dei Re d’Israele e di Giuda; e Ioiachin suo figlio regnava in luogo di lui.

9 Ioiachin aveva diciotto anni quando cominciò a regnare, e regnò tre mesi e dieci giorni a Gerusalemme; e continuò a fare ciò che era male agli occhi di Geova.

10 E al volgere dell’anno il re Nabucodonosor mandò e lo portava a Babilonia con gli oggetti desiderabili della casa di Geova. Inoltre, fece Sedechia fratello [di] suo [padre] re su Giuda e Gerusalemme.

11 Sedechia aveva ventuno anni quando cominciò a regnare, e regnò undici anni a Gerusalemme.

12 E continuò a fare ciò che era male agli occhi di Geova suo Dio. Non si umiliò a motivo di Geremia il profeta per ordine di Geova.

13 E si ribellò perfino contro il re Nabucodonosor che lo aveva fatto giurare su Dio; e continuò a irrigidire il suo collo e a indurire il suo cuore per non tornare a Geova l’Iddio d’Israele.

14 Anche tutti i capi dei sacerdoti e il popolo stesso commisero infedeltà in grandi proporzioni, secondo tutte le cose detestabili delle nazioni, così che contaminarono la casa di Geova che egli aveva santificato a Gerusalemme.

15 E Geova l’Iddio dei loro antenati mandava [avvertimenti] contro di loro per mezzo dei suoi messaggeri, mandando più volte, perché provò compassione del suo popolo e della sua dimora.

16 Ma si facevano continuamente beffe dei messaggeri del [vero] Dio e disprezzavano le sue parole e schernivano i suoi profeti, finché il furore di Geova salì contro il suo popolo, finché non ci fu guarigione.

Qui ci fu l’adempimento di un’altra clausola della maledizione contenuta in Levitico 26:31:

31 E in realtà darò le vostre città alla spada e renderò desolati i vostri santuari, e non aspirerò i vostri odori riposanti. Questa fu la distruzione di Gerusalemme avvenuta nell’anno undicesimo di Sedechia.

20 Per di più, portò via prigionieri a Babilonia quelli che rimanevano dalla spada, e divennero servitori suoi e dei suoi figli finché cominciarono a regnare i reali di Persia;

21 per adempiere la parola di Geova per bocca di Geremia, finché il paese non ebbe scontato i suoi sabati. Tutti i giorni che giacque desolato osservò il sabato, per compiere settant’anni.

La terra fu lasciata desolata e il rimanente del popolo fu portato a Babilonia.

2 Re 24:1 – 25:26

1 Ai suoi giorni Nabucodonosor re di Babilonia salì, e Ioiachim divenne dunque suo servitore per tre anni. Comunque, si rivoltò e si ribellò contro di lui.

2 E Geova mandava contro di lui bande di predoni caldei e bande di predoni siri e bande di predoni moabiti e bande di predoni dei figli di Ammon, e le mandava contro Giuda per distruggerlo, secondo la parola di Geova che egli aveva pronunciato per mezzo dei suoi servitori i profeti.

3 Solo per ordine di Geova ciò ebbe luogo contro Giuda, per toglierlo dalla sua vista per i peccati di Manasse, secondo tutto ciò che egli aveva fatto;

4 e anche [per] il sangue innocente che aveva sparso, così che riempì Gerusalemme di sangue innocente, e Geova non acconsentì a concedere perdono.

5 In quanto al resto dei fatti di Ioiachim e a tutto ciò che fece, non sono scritti nel libro dei fatti dei giorni dei re di Giuda?

6 Infine Ioiachim giacque con i suoi antenati, e Ioiachin suo figlio regnava in luogo di lui.

7 E il re d’Egitto non uscì più dal suo paese, poiché il re di Babilonia aveva preso tutto ciò che apparteneva al re d’Egitto dalla valle del torrente d’Egitto fino al fiume Eufrate.

8 Ioiachin aveva diciotto anni quando cominciò a regnare, e regnò tre mesi a Gerusalemme. E il nome di sua madre era Neusta figlia di Elnatan di Gerusalemme.

9 Ed egli continuò a fare ciò che era male agli occhi di Geova, secondo tutto ciò che aveva fatto suo padre.

10 Durante quel tempo i servitori di Nabucodonosor re di Babilonia salirono a Gerusalemme, così che la città fu assediata.

11 E Nabucodonosor re di Babilonia veniva contro la città, mentre i suoi servitori le ponevano l’assedio.

12 Alla fine Ioiachin re di Giuda uscì verso il re di Babilonia, lui con sua madre e i suoi servitori e i suoi principi e i suoi funzionari di corte; e il re di Babilonia lo prendeva nell’ottavo anno del suo regno.

13 Quindi portò via di là tutti i tesori della casa di Geova e i tesori della casa del re, e tagliava a pezzi tutti gli utensili d’oro che Salomone re d’Israele aveva fatto nel tempio di Geova, proprio come Geova aveva parlato.

14 E portò in esilio tutta Gerusalemme e tutti i principi e tutti gli uomini potenti e valorosi – diecimila ne portava in esilio – e anche tutti gli artefici e i costruttori di baluardi. Non era stato lasciato nessuno eccetto la classe misera del popolo del paese.

15 Così portò Ioiachin in esilio a Babilonia; e la madre del re e le mogli del re e i suoi funzionari di corte e gli uomini preminenti del paese li portò via come esiliati da Gerusalemme a Babilonia.

16 In quanto a tutti gli uomini valorosi, settemila, e agli artefici e ai costruttori di baluardi, mille, tutti gli uomini potenti che facevano la guerra, il re di Babilonia li portava come esiliati a Babilonia.

17 Inoltre, il re di Babilonia fece re suo zio Mattania in luogo di lui. Quindi gli cambiò il nome in Sedechia.

18 Sedechia aveva ventuno anni quando cominciò a regnare e regnò undici anni a Gerusalemme. E il nome di sua madre era Amutal figlia di Geremia da Libna.

19 E continuò a fare ciò che era male agli occhi di Geova, secondo tutto ciò che aveva fatto Ioiachim.

20 Poiché ciò ebbe luogo a Gerusalemme e in Giuda a causa dell’ira di Geova, finché li ebbe rigettati dalla sua vista. E Sedechia si ribellava contro il re di Babilonia.

25:1 E avvenne nel nono anno del suo regno, nel decimo mese, il decimo giorno del mese, che Nabucodonosor re di Babilonia venne, sì, lui e tutte le sue forze militari, contro Gerusalemme e si accampava contro di essa e le edificava contro un muro d’assedio tutt’intorno.

Sedechia cercò l’aiuto del faraone Hofra; l’esercito degli egiziani marciò contro Nabucodonosor a Gerusalemme, quindi i Caldei lasciarono il loro assedio ed iniziarono una battaglia con Hofra.

2 E la città fu assediata fino all’undicesimo anno del re Sedechia.

3 Il nono giorno del [quarto] mese la carestia fu grave nella città, e non ci fu pane per il popolo del paese.

4 E nella città fu aperta una breccia, e tutti gli uomini di guerra [fuggirono] di notte per la via della porta fra le doppie mura che è presso il giardino del re, mentre i caldei erano tutt’intorno contro la città; e [il re] andava in direzione dell’Araba.

5 E le forze militari dei caldei inseguivano il re, e lo raggiungevano nelle pianure desertiche di Gerico; e tutte le sue proprie forze militari si dispersero dal suo fianco.

6 Presero quindi il re e lo portarono dal re di Babilonia, a Ribla, affinché pronunciassero su di lui una decisione giudiziaria.

7 E i figli di Sedechia furono scannati davanti ai suoi occhi, ed egli accecò gli occhi di Sedechia, dopo di che lo serrò in ceppi di rame e lo portò a Babilonia.

8 E nel quinto mese, il settimo [giorno] del mese, vale a dire nel diciannovesimo anno del re Nabucodonosor re di Babilonia, Nebuzaradan capo della guardia del corpo, servitore del re di Babilonia, venne a Gerusalemme.

9 Ed egli bruciava la casa di Geova e la casa del re e tutte le case di Gerusalemme; e bruciò col fuoco la casa di ogni uomo grande.

10 E le intere forze militari dei caldei che erano col capo della guardia del corpo abbatterono le mura di Gerusalemme tutt’intorno.

11 E Nebuzaradan capo della guardia del corpo portò in esilio il resto del popolo che era stato lasciato nella città e i disertori che erano passati al re di Babilonia e il resto della folla.

12 E il capo della guardia del corpo lasciò rimanere alcuni della gente misera del paese come vignaioli e addetti a lavori obbligatori.

13 E i caldei spezzarono le colonne di rame che erano nella casa di Geova, e i carrelli e il mare di rame che erano nella casa di Geova e ne portavano il rame a Babilonia.

14 E presero i recipienti e le palette e gli spegnitoi e le coppe e tutti gli utensili di rame con i quali servivano.

15 E il capo della guardia del corpo prese i portafuoco e le scodelle che erano d’oro genuino e quelli che erano d’argento genuino.

16 In quanto alle due colonne, all’unico mare e ai carrelli che Salomone aveva fatto per la casa di Geova, non ci fu modo di dire il peso del rame di tutti questi utensili.

17 L’altezza di ciascuna colonna era di diciotto cubiti, e il capitello su di essa era di rame; e l’altezza del capitello era di tre cubiti; e il lavoro a rete e le melagrane tutt’intorno sul capitello, tutto quanto, era di rame; e la seconda colonna aveva queste stesse cose sul lavoro a rete.

18 Per di più, il capo della guardia del corpo prese Seraia il capo sacerdote e Sofonia il secondo sacerdote e tre guardiani della porta;

19 e prese dalla città un funzionario di corte che era al comando degli uomini di guerra, e cinque uomini di quelli che avevano accesso presso il re i quali si trovavano nella città; e il segretario del capo dell’ esercito, quello che adunava il popolo del paese, e sessanta uomini del popolo del paese i quali si trovavano nella città;

20 e Nebuzaradan capo della guardia del corpo quindi li prese e li condusse dal re di Babilonia, a Ribla.

21 E il re di Babilonia li abbatteva e li metteva a morte a Ribla nel paese di Amat. Così Giuda andò in esilio lontano dal suo suolo.

22 In quanto alla gente lasciata nel paese di Giuda, che Nabucodonosor re di Babilonia aveva lasciato, egli nominò ora su di essi Ghedalia figlio di Aicam figlio di Safan.

23 Quando tutti i capi delle forze militari, loro e i loro uomini, ebbero udito che il re di Babilonia aveva nominato Ghedalia, immediatamente vennero da Ghedalia a Mizpa, cioè Ismaele figlio di Netania e Ioanan figlio di Carea e Seraia figlio di Tanumet il netofatita e Iaazania figlio del maacatita, loro e i loro uomini.

24 Quindi Ghedalia giurò a loro e ai loro uomini e disse loro: “Non abbiate timore di [essere] servitori dei caldei. Dimorate nel paese e servite il re di Babilonia, e vi andrà bene”.

25 E avvenne nel settimo mese che Ismaele figlio di Netania figlio di Elisama della progenie reale venne, e anche dieci uomini con lui, e abbattevano Ghedalia, così che morì, e anche i giudei e i caldei che si trovavano con lui a Mizpa.

26 Dopo ciò tutto il popolo, dal piccolo al grande, e i capi delle forze militari si levarono ed entrarono in Egitto; poiché avevano timore a causa dei caldei.

Come dicevamo all’inizio, alcuni affermano che la terra non fu lasciata completamente desolata per settanta anni e che questi sono da intendersi come anni di servitù al re di Babilonia. Ma la dichiarazione contenuta in Levitico 26:32-35,42,43 era relativa allo spopolamento e al servire nella terra dei nemici (non nella propria).

Geremia 25:1-26

25 La parola che fu rivolta a Geremia riguardo a tutto il popolo di Giuda nel quarto anno di Ioiachim figlio di Giosia, re di Giuda, cioè il primo anno di Nabucodorosor re di Babilonia

Nabopolassar morì nel mese di Ab (luglio/agosto), nel 4° anno di Ioachim che corrispondeva all’anno di ascensione di Nabucodonosor. Questo significa che Nabucodonosor sconfisse gli Egiziani a Carchemish il 4° anno di Ioiachim (625 a.E.V.), che sarebbe stato il 21° anno di Nabopolassar.

Nell’anno seguente (dopo la morte di Nabopolassar) Nabucodonosor ritornò nella terra di Hattu e prese spoglie fino al mese di Shebat (gennaio/febbraio) del suo primo anno di ascensione (il 4° di Ioachim). Nel mese di Sivan (maggio/giugno) , il 5° di Ioachim (624 aEV), e il suo 1° anno effettivo, egli tornò nella terra di ‘Hattu’ per riscuotere il tributo dai re. Quindi nel mese di Shebat (gennaio febbraio) del suo 1° anno di regno effettivo le Cronache Babilonesi affermano che egli completò la distruzione di Ascalon in quanto questa rifiutò di sottomettersi.

Nel suo 4° anno (620 a.E.V.) obbligò Ioiachim a versare tributi in quanto re vassallo. Ioiachim servì Nabucodonosor per 3 anni, fino al 618 a.E.V., quindi si ribellò. In seguito alla ribellione, Nabucodonosor assediò Gerusalemme. Sembra che Ioiachim sia morto durante questo assedio; salì sul trono suo figlio Ioiachin il quale si arrese solo tre mesi e dieci giorni dopo. Nabucodonosor rimosse Ioiachin e insediò un re di sua scelta. La Bibbia afferma che egli scelse Sedechia quale re e lo costrinse ad un giuramento di alleanza.

2 che Geremia il profeta pronunciò riguardo a tutto il popolo di Giuda e riguardo a tutti gli abitanti di Gerusalemme, dicendo: “Dal tredicesimo anno di Giosia figlio di Amon, re di Giuda, e fino a questo giorno, in questi ventitré anni la parola di Geova mi è stata rivolta, e vi parlavo, levandomi di buon’ora e parlando, ma voi non ascoltaste.

4 E Geova vi mandò tutti i suoi servitori i profeti, alzandosi di buon’ora e mandando[li], ma voi non ascoltaste, né porgeste orecchio per ascoltare,

5 dicendo essi: ‘Volgetevi, suvvia, ognuno dalla sua cattiva via e dalla malizia delle vostre azioni, e continuate a dimorare sul suolo che Geova diede a voi e ai vostri antenati da molto tempo fa e per un lungo tempo avvenire.

6 E non camminate dietro ad altri dèi per servirli e per inchinarvi davanti a loro, in modo da non offendermi con l’opera delle vostre mani e in modo che io non vi causi calamità’.

7 “‘Ma voi non mi ascoltaste’, è l’espressione di Geova, ‘con l’intento di offendermi con l’opera delle vostre mani, a vostra calamità’.

8 “Perciò Geova degli eserciti ha detto questo: ‘”Per la ragione che non ubbidiste alle mie parole,

9 ecco, mando e certamente prenderò tutte le famiglie del nord”, è l’espressione di Geova, “sì, [mandando] a [chiamare] Nabucodorosor re di Babilonia, mio servitore, e certamente le farò venire contro questo paese e contro i suoi abitantie contro tutte queste nazioni all’intorno; e certamente li voterò alla distruzione e ne farò oggetto di stupore e qualcosa a cui fischiare e luoghi devastati a tempo indefinito.

La profezia contro la terra di Israele e la sua desolazione è menzionata in molti altri versetti di Geremia:

Geremia 4:5-8

5 Annunciate[lo] in Giuda, e proclamate[lo] anche in Gerusalemme, e dite[lo], e suonate il corno in tutto il paese. Gridate ad alta voce e dite: “Raccoglietevi, ed entriamo nelle città fortificate.

6 Alzate un segnale verso Sion. Provvedete a trovare riparo. Non state fermi”. Poiché farò venire dal nord una calamità, sì, un gran crollo.

7 Egli è salito come un leone dalla sua boscaglia, e colui che riduce in rovina le nazioni è partito; è uscito dal suo luogo per rendere il tuo paese come un oggetto di stupore. Le tue proprie città cadranno in rovina così che non ci sarà più abitante.

8 Per questo motivo cingetevi di sacco. Battetevi il petto e urlate, perché l’ardente ira di Geova non si è ritirata da noi.

Geremia 4:20

20 È stato chiamato crollo su crollo, poiché l’intero paese è stato spogliato. All’improvviso sono state spogliate le mie tende, in un momento i miei teli di tenda

Geremia 4:23-27

23 Vidi il paese, ed ecco, [era] vuoto e vacuo; e nei cieli, e la loro luce non c’era più.

24 Vidi i monti, ed ecco, sobbalzavano, e i colli stessi erano tutti scossi.

25 Vidi, ed ecco, non c’era uomo terreno, e le creature volatili dei cieli eran tutte volate via.

26 Vidi, ed ecco, il frutteto stesso era un deserto, e tutte le sue medesime città erano state demolite. Era a causa di Geova, a causa della sua ira ardente.

27 Poiché Geova ha detto questo: “Tutto il paese diverrà una distesa desolata, e non eseguirò io un assoluto sterminio?

Geremia 6:1

6 Mettetevi al riparo, o figli di Beniamino, di mezzo a Gerusalemme; e suonate il corno in Tecoa. E su Bet-Accherem alzate un segnale di fuoco; perché la calamità stessa ha guardato dal nord, sì, un gran crollo.

Geremia 9:11

11 E certamente farò di Gerusalemme mucchi di pietre, il covo degli sciacalli; e farò delle città di Giuda una distesa desolata, senza abitante.

Il proposito di Dio era di rendere quella terra desolata. Questo si realizzò appena dopo la distruzione di Gerusalemme quando gli ultimi rimasti furono portati in Babilonia. (e l’esilio fu così completo).

11 E tutto questo paese deve divenire un luogo devastato, un oggetto di stupore, e queste nazioni dovranno servire il re di Babilonia per settant’anni”‘.

La congiunzione «e» usata in questo versetto unisce la desolazione alla servitù. Questo fu il modo in cui Daniele comprese la profezia :

Daniele 9:2

2 nel primo anno del suo regno io stesso, Daniele, compresi dai libri il numero degli anni riguardo ai quali la parola di Geova era stata rivolta a Geremia il profeta, per compiere le devastazioni di Gerusalemme, [cioè] settant’anni.

Non solo Daniele comprese che la terra sarebbe stata desolata per settant’anni, ma anche lo scrittore di 2 Cronache 36:17-23 spiegò l’adempimento della profezia allo stesso modo. Ci sono quindi due chiare testimonianze che collocano lo scadere dei settant’anni nel 537 a.E.V.; è quindi chiaro che la desolazione di Gerusalemme ebbe inizio nell’undicesimo anno di Sedechia che risulta essere perciò il 607 a.E.V.

12 “‘E deve accadere che quando i settant’anni si saranno compiuti chiederò conto al re di Babilonia e a quella nazione’, è l’espressione di Geova, ‘del loro errore, sì, al paese dei caldei, e certamente ne farò distese desolate a tempo indefinito.

13 E di sicuro farò venire su quel paese tutte le mie parole che ho pronunciato contro di esso, sì, tutto ciò che è scritto in questo libro che Geremia ha profetizzato contro tutte le nazioni.

14 Poiché anche essi stessi, molte nazioni e grandi re, li hanno sfruttati come servitori; e certamente li ripagherò secondo la loro attività e secondo l’opera delle loro mani'”.

15 Poiché Geova l’Iddio d’Israele mi ha detto questo: “Prendi dalla mia mano questo calice del vino del furore, e lo devi far bere a tutte le nazioni alle quali ti manderò.

16 E devono bere e scuotersi da una parte all’altra e agire come uomini folli a causa della spada che mando fra loro”.

17 E prendevo il calice dalla mano di Geova e [lo] facevo bere a tutte le nazioni alle quali Geova mi aveva mandato:

18 cioè a Gerusalemme e alle città di Giuda e ai suoi re, ai suoi principi, per farne un luogo devastato, un oggetto di stupore, qualcosa a cui fischiare e una maledizione, proprio come in questo giorno;

19 a Faraone re d’Egitto e ai suoi servitori e ai suoi principi e a tutto il suo popolo;

20 e a tutta la compagnia mista, e a tutti i re del paese di Uz, e a tutti i re del paese dei filistei e ad Ascalon e a Gaza e a Ecron e al rimanente di Asdod;

21 a Edom e a Moab e ai figli di Ammon;

22 e a tutti i re di Tiro e a tutti i re di Sidone e ai re dell’isola che è nella regione del mare;

23 e a Dedan e a Tema e a Buz e a tutti quelli con i capelli tagliati alle tempie;

24 e a tutti i re degli arabi e a tutti i re della compagnia mista che risiedono nel deserto;

25 e a tutti i re di Zimri e a tutti i re di Elam e a tutti i re dei medi;

26 e a tutti i re del nord che sono vicini e lontani, uno dopo l’altro, e a tutti gli [altri] regni della terra che sono sulla superficie del suolo; e il re di Sesac stesso berrà dopo di loro.

Qui si mostra ulteriormente che la desolazione non era ancora avvenuta nel momento in cui queste parole furono pronunciate :

Geremia 27:17

17 Non li ascoltate. Servite il re di Babilonia e continuate a vivere. Perché questa città deve divenire un luogo devastato?

Geremia 27:22

22 ‘”Saranno portati a Babilonia e là resteranno fino al giorno che rivolgerò loro la mia attenzione”, è l’espressione di Geova. “E certamente li farò risalire e li farò tornare in questo luogo”‘”.

Geremia 29:10

10 “Poiché Geova ha detto questo: ‘Secondo il compimento di settant’anni a Babilonia vi rivolgerò la mia attenzione, e certamente realizzerò verso di voi la mia buona parola riconducendovi in questo luogo’.

Davanti alla chiarezza del versetto di Ger. 29:10, i nostri oppositori affermano che la Traduzione del Nuovo Mondo traduca questo versetto in modo disonesto. Essi infatti affermano che la corretta traduzione dovrebbe essere «per Babilonia» e non «a Babilonia».

Esaminiamo la lingua originale:

La preposizione inscindibile “La” usata nel costrutto “La-Ba-vel” (a Babilonia) può essere tradotta in vari modi: “a”, “per”, “dentro”, “verso”, “contro”, ecc..

Notate infatti Isaia 10:28:

28 Egli è venuto su Aiat; è passato per Migron; a Micmas deposita i suoi oggetti

La preposizione “La” nel costrutto “La-MiCH-MaSH” è tradotta dalla totalità delle versioni bibliche con “a”.

Vi sono difatti molte traduzione bibliche che riportano Geremia 29:10 esattamente come la Traduzione del Nuovo Mondo:

  • The New King James Version

  • The Jerusalem Bible (Jewish)

  • Holy Bible by George M. Lamsa

  • Septuagint by Lancelot C.L. Brenton

  • Websters Bible

  • molte altre.

Ma andiamo avanti con le prove dettate dal testo biblico:

Geremia 29:16-18

16 “Poiché questo è ciò che ha detto Geova al re che siede sul trono di Davide e a tutto il popolo che dimora in questa città, i vostri fratelli che non sono usciti con voi in esilio:

17 ‘Geova degli eserciti ha detto questo: “Ecco, mando contro di loro la spada, la carestia e la pestilenza, e certamente li renderò come i fichi scoppiati che non si possono mangiare per [quanto sono] cattivi”‘.

18 “‘E certamente li inseguirò con la spada, con la carestia e con la pestilenza, e li darò per il tremito a tutti i regni della terra, per la maledizione e per oggetto di stupore e per il fischio e per il biasimo fra tutte le nazioni alle quali certamente li disperderò”

In Geremia 29:16-18, risulta chiaro che la distruzione e la conseguente desolazione dovevano ancora accadere rispetto al tempo in cui venivano pronunciate queste parole.

Un’altra scrittura sbandierata da molti apostati con l’intento di negare l’evidenza dei settant’anni di desolazione è Zaccaria 7:12:

Zaccaria 71:12

12 L’angelo di Geova dunque rispose e disse: “O Geova degli eserciti, fino a quando tu stesso non mostrerai misericordia a Gerusalemme e alle città di Giuda, le quali hai denunciato in questi settant’anni?”

Stando a questo versetto, molti affermano che i settant’anni erano appena scaduti o ancora dovevano scadere; infatti, siccome Zaccaria iniziò la sua attività di profeta 17 anni dopo il ritorno in patria degli ebrei, ne deducono che i sett’antanni non poterono scadere nel 537 a.E.V.

È da notare però che in questo dialogo, l’angelo menziona i settant’anni come semplice evidenza che Dio fu adirato con il suo popolo. L’angelo nulla dice in merito alla scadenza dei settant’anni. In opposizione all’ira che Dio mostrò durante quel periodo passato, ora Geova avrebbe dovuto mostrare misericordia permettendo al suo popolo di completare i lavori del tempio. Non e’ inoltre da trascurare l’aspetto profetico di queste parole.

In questa profezia i “settant’anni” sono infatti equiparati al governo mondiale di Satana. Questo aspetto era ovviamente conosciuto dagli Angeli, per i quali quindi i settant’anni erano lungi dall’essere scaduti.

Un commentario afferma:

“Eppure la schiavitù di Babilonia doveva restare come un fatto importante a simboleggiare addirittura la schiavitù del male.” – Il racconto della Bibbia di Pero Bargellini – Vol.II pag.305

Nel caparbio quanto inutile tentativo di far dire alla Bibbia che i 70 anni furono di servitù e non di desolazione (desolazione che invece appare più che evidente dai testi), i nostri critici sbandierano il versetto di Geremia 25:12 quale loro cavallo di battaglia.

12 “‘E deve accadere che quando i settant’anni si saranno compiuti chiederò conto al re di Babilonia e a quella nazione’, è l’espressione di Geova, ‘del loro errore, sì, al paese dei caldei, e certamente ne farò distese desolate a tempo indefinito.

Loro affermano che noi cadiamo in contraddizione perché questo versetto dice che i 70 anni terminarono («si saranno compiuti») nel 539 con la caduta di Babilonia e non nel 537. Ma notate attentamente: Mentre nei versetti precedenti Geremia accosta alla parola RE il nome del Sovrano, in questo versetto non fa nessun nome. Geremia scrisse le parole riportate nel versetto 12 sotto ispirazione e quindi il versetto non può contenere contraddizioni.

Noi affermiamo che al Re di Babilonia fu chiesto conto del suo errore nel 537 a.E.V.!

Ma come è possibile? Babilonia non cadde nel 539 a.E.V.?! In questo versetto si parla di altro (ovvero dello scadere dei 70 anni). Innanzi tutto sottolineiamo il fatto che Geremia NON FECE NOMI (tanto più che il Re di Babilonia non fu ucciso la notte del 5 ottobre 539a.E.V. Infatti quella sera perì il secondo in carica mentre Nabonedo sopravisse all’invasione).

Allora chi è il Re di Babilonia in questo versetto?

E in che modo gli fu chiesto conto del suo errore?

E di che errore si sta parlando?

Il Cilindro d’argilla di Ciro racconta:

...Io sono Ciro, il Re di tutti, il grande e potente Sovrano, RE DI BABILONIA...

Il Re di Babilonia al quale fu chiesto conto nel 537, allo scadere dei 70 anni, fu Ciro. Ma per quale ERRORE fu condannato Ciro? Potrebbe chiedere qualcuno! L’errore non era di Ciro, Nabucodonosor, Nabonedo o chicchessia. L’errore era del Re di Babilonia in quanto rappresentate di una nazione. E fu un errore che non subì interruzioni dovute all’invasione dei Medi.

Il Cilindro di Ciro riporta:

...Quando entrai pacificamente in Babilonia e fra tripudio e gioia stabilii nel palazzo dei principi la sede del mio dominio, Marduk, il grande Iddio del luogo, accattivò il cuore dei Babilonesi, mentre io mi facevo premura ogni giorno di adorarlo.... Le mie numerose truppe si aggiravano pacificamente in Babilonia...

Gli studiosi sono concordi nell’affermare che «dopo il suo ingresso in Babilonia, Ciro fa ripristinare subito le immagini e i reliquari delle divinità nazionali. Egli si preoccupa della quotidiana adorazione del dio principale Marduk..» – Joan Oates “Babilonia, ascesa e caduta di un impero”.

Babilonia (quale simbolo della falsa adorazione) commise l’errore imperdonabile di non riconoscere l’operato dell’unico vero Dio Geova. Di tale errore fu chiesto conto con il ripristino della pura adorazione conseguente la liberazione del popolo di Dio.

L’antitipico adempimento si ebbe nel 1919, quando Dio condannò Babilonia la Grande attraverso la liberazione del suo popolo e la restaurazione della pura adorazione. Se siete riusciti a leggere fino a questo punto, credo non abbiate più dubbi sul fatto che la Bibbia sia chiara nell’indicare che i 70 anni di desolazione iniziarono nel 607 a.E.V. Questo però spinge i Testimoni di Geova ad affermare che, inevitabilmente, Gerusalemme fu distrutta dai babilonesi nello stesso anno.

Il VAT 4956 è degno di fiducia?

Ed è a questo punto che, normalmente, i nostri detrattori tirano fuori l’arma archeologica.

Ci sono innumerevoli testimonianze archeologiche che posizionano la data della caduta di Gerusalemme nel 587!” – gridano a più non posso.

Queste «innumerevoli» testimonianze, di solito si riducono ad una... il VAT 4956. Normalmente viene indicata questa tavoletta astronomica perché è quella che sembrerebbe fornire una evidenza più “pesante” rispetto alle altre. Ebbene, cosa dice il VAT 4956? Anche qui devo chiedervi lo sforzo di seguire per intero la trattazione per farvi una idea chiara di quanto questa fonte sia attendibile. Iniziamo con il riportare la traduzione in inglese, riga per riga. Le parti tra parentesi quadre e tonde sono aggiunte dei moderni traduttori o segnalazioni di mancanze o presunti errori compiuti dal copista.

“Year 37 of Nebukadnezar, king of Babylon. Month I (the 1st of which was identical with) the 30th (of the preceding month), the moon became visible behind the Bull of Heaven; [sunset to moonset:] ... Saturn was in front of the Swallow. The 2nd, in the morning, a rainbow stretched in the west. Night of the 3rd, the moon was 2 cubits in front of ... it rained. Night of the 9th (error for: 8th), beginning of the night, the moon stood 1 cubit in front of â Virginis. The 9th, the sun in the west [was surrounded] by a halo [... The 11th] or 12th, Jupiter’s acronychal rising. On the 14th, one god was seen with the other; sunrise to moonset: 4E. The 15th, overcast. The 16th, Venus ... The 20th, in the morning, the sun was surrounded by a halo. Around noon ... rain PISAN. A rainbow stretched in the east ... From the 8th of month XII2 to the 28th, the river level rose 3 cubits and 8 fingers, b cubits [were missing] to the high flood ... were killed on order of the king. That month, a fox entered the city. Coughing and a little risutu-disease ... Month II, the 1st (of which followed the 30th of the preceding month), the moon became visible while the sun stood there, 4 cubits below â Geminorum; it was thick; there was earthshine ... Saturn was in front of the Swallow; Mercury, which had set, was not visible. Night of the 1st, gusty storm from east and south. The 1st, all day ... stood [... in front] of Venus to the west. The 2nd, the north wind blew. The 3rd, Mars entered Praesepe. The 5th, it went out (of it). The 10th, Mercury [rose] in the west behind the [Little] Twins ... The 15th, ZI IR. The 18th, Venus was balanced 1 cubit 4 fingers above á Leonis. The 26th, (moonrise to sunrise) 23E; I did not observe the moon. The 27th, 20 + x ... Month III, (the 1st of which was identical with) the 30th (of the preceding month), the moon became visible behind Cancer; it was thick; sunset to moonset: 20E; the north wind blew. At that time, Mars and Mercury were 4 cubits in front of á [Leonis ...] Mercury passed below Mars to the East(?); Jupiter was above á Scorpii; Venus was in the west opposite h Leonis ... 1(?) cubit. Night of the 5th, beginning of the night, the moon passed towards the east 1 cubit <above/below> the bright star of the end of the Lion’s foot. Night of the 6th, beginning of the night, ... it was low. Night of the 8th, first part of the night, the moon stood 21⁄2 cubits below â Librae. Night of the 9th, first part of the night, the moon [stood] 1 cubit in front of ... passed towards the east. The 9th, solstice. Night of the 10th, first part of the night, the moon was balanced 31⁄2 cubits above á Scorpii. The 12th, Mars was b cubits above [á Leonis ...] The 15th, one god was seen with the other; sunrise to moonset: 7E30N. A lunar eclipse which was omitted ... [the moon was be]low the bright star at the end of the [Lion’s] foot ...”

Reverse: “... first part [of the night ... the moon was] 1 cubit [above/below] the middle star of the elbow of Sagittarius ... When 5E of daytime had passed, the sun was surrounded by a halo. The 19th, Venus was 21⁄2 cubits below â Capricorni. Night of the ... That month, the equivalent (of 1 shekel of silver was): barley, 1 kur 2 sut; dates, 1 kur 1 pan 4 sut; mustard, 1 kur ... Month XI, (the 1st of which was identical with) the 30th (of the preceding month), the moon became visible in the Swallow; sunset to moonset: 14E30N; the north wind blew. At that time, Jupiter was 1 cubit behind the elbow of Sagittarius ... The 4th, the river level rose. The 4th, Venus was balanced 1⁄2 cubit below (sic) Capricorn. Night of the 6th, first part of the night, the moon was surrounded by a halo; Pleiades, the Bull of Heaven, and the Chariot [stood in it ...] the moon was surrounded by a halo; Leo and Cancer were inside the halo; á Leonis was balanced 1 cubit below the moon. Last part of the night, 3E of night remaining ... sunrise to moonset: 17E; I did not watch. The sun was urrounded by a halo. From the 4th to the 15th, the river level rose 11⁄2 cubits. On the 16th, it receded. Night of the 18th (and) the 18th, rain PISAN DIB ... when the ... of Bel was cut off from its place, two boats ... went away(?). The 22nd, overcast. Night of the 23rd, [... Mars(?)] was balanced above (sic) the small star which stands 31⁄2 cubits behind Capricorn. Night of the 29th, red glow flared up in the west; 2 double-[hours ...] barley, 1 kur(?); dates, 1 kur 1 pan 4 sut; mustard, 1 kur 1 pan; sesame, 4 sut; cress ... Month XII, the 1st (of which followed the 30th of the preceding month), the moon became visible behind Aries while the sun stood there; sunset to moonset; 25E, measured; earthshine; the north wind blew. At that time, Jupiter [... Mercury and Saturn, which had set,] were not visible. The 1st, the river level rose. Night of the 2nd, the moon was balanced 4 cubits below ç Tauri. Night of the 3rd, beginning of the night, 21⁄2 cubits ... From the 1st to the 5th, the river level rose 8 fingers; on the 6th it receded. Night of the 7th, the moon was surrounded by a halo; Praesepe and á Leonis [stood] in [it ...] the halo surrounded Cancer and Leo, it was split towards the south. Inside the halo, the moon stood 1 cubit in front of <á Leonis>, the moon being 1 cubit high. Night of the 10th, first [part of the night ...] Night of the 11th, overcast. The 11th, rain DUL. Night of the 12th, a little rain ... The 12th, one god was seen with the other; sunrise to moonset: 1E30N; ... [Mercury] was in front of the “band” of the Swallow, 1⁄2 cubit below Venus, Mercury having passed 8 fingers to the east; when it became visible it was bright and (already) high. 1E(?) [... Saturn] was balanced 6 fingers above Mercury and 3 fingers below Venus, and Mars was balanced b cubits below the bright star of ... towards ... The 21st, overcast; the river level rose. Around the 20th, Venus and Mercury entered the “band” of the Swallow. From [... Jupiter,] which had passed to the east, became stationary. At the end of the month, it went back to the west. Around the 26th, Mercury and Venus [came out] from the “band” of Anunitu ... the river level receded 8 fingers. That month, on the 26th, a wolf entered Borsippa and killed two dogs; it did not go out, it was killed ... Year 38 of Nebukadnezar, month I, the 1st (of which followed the 30th of the preceding month): dense clouds so that [I did not see the moon ...] Year 37 ... [Year 37 of Nebukad]nezar”

From Astronomical Diaries and Related Texts from Babylonia, Volume 1, Diaries from 652 bc to 262 bc (Vienna, Osterreichische Akademie der Wissenschaften, 1988), A. J. Sachs and H. Hunger.


Ora si potrebbe supporre che le parti tra parentesi aggiunte da J. Sachs and H. Hunger, siano di secondaria importanza e che nulla abbiano a che fare con i calcoli astronomici. Invece, non è così! Anzi è esattamente il contrario. Prima di esaminare qualche passaggio è bene ricordare che il VAT 4956 è una copia di un documento non più disponibile. Risale a 200 anni dopo i fatti che narra.

Testimoni di Geova OnLine sostiene che il copista abbia aggiunto la scritta “Year 37 of Nebukadnezar ” all’inizio e alla fine del documento perché quella era la credenza di allora. Sosteniamo altresì che i traduttori moderni si siano rifatti a tale credenza ed abbiano completato le parti mancanti in modo da far collimare gli avvenimenti. Vi sembra un’affermazione troppo forte? Ebbene leggete con attenzione quanto segue.

Testimoni di Geova Online ha contattato il British Museum sottoponendogli queste riflessioni. Ecco la risposta ricevuta:

Those of us who try to work with the original Babylonian sources for Babylonian astronomy and history do not regard the tablet VAT 4956 as a fraud. The suggestion that it is a fraud is put about by others who, for various reasons, feel uncomfortable with the chronology which has been accepted by the generality of historians of Mesopotamia throughout the last century. Our attitude is that the currently accepted chronology, the outline of which was accessible from the time of the Greek astronomer Ptolemy, seems to have withstood the test of comparison with 150 years of discovery of original Babylonian records precisely because Ptolemy himself based his chronology on, or derived it from, Babylonian astronomical sources. The full text of the tablet VAT 4956 was recently republished with a translation into English in A. J. Sachs and H. Hunger, Astronomical Diaries and Related Texts from Babylonia, volume I (Vienna 1988; ISBN 3 7001 1227 0), pages 46-53.

The text of the tablet which ****** cites as Strm-K-400, but which we would normally cite as Strassmaier, Cambyses no. 400, is found on a British Museum tablet BM 33066. This was recently republished with a translation into English in A. J. Sachs and H. Hunger, Astronomical Diaries and Related Texts from Babylonia, volume V (Vienna 001; ISBN 3 7001 3028 7), pages 164-173. This volume is a prime source for anyone who wants to study the Babylonian eclipse tables. The volumes of Sachs and Hunger give you access to the basic raw data. You can take their data and study it for yourself with modern astronomical programmes to make your own assessment of the accuracy of Babylonian observations and the reliability of current chronological systems.

Yours sincerely,

******** *************

Deputy Keeper

Department of the Ancient Near East

the British Museum

Ci viene quindi confermato che i traduttori A. J. Sachs e H. Hunger non fanno altro che confermare quanto già scritto da Tolomeo. Secondo noi invece loro sono partiti dalle conclusioni di Tolomeo ed hanno adattato il VAT 4956.

Ma come mai tutti gli altri studiosi sono d’accordo con Sachs e Hunger? E per forza! Come conferma il British Museum praticamente tutti gli studiosi si basano sul loro lavoro. Come potrebbero essere in disaccordo quando praticamente tutti bevono dalla stessa fonte?

Ma che dire se l’attendibilità di Tolomeo non fosse poi così certa?

Nel suo libro “The Crime of Claudius Ptolemy”, il noto fisico Robert R. Newton dell’Università John Hopkins presenta la prova che Tolomeo “inventò di proposito” molte osservazioni astronomiche per dimostrare certe teorie da lui formulate, “onde poter asserire che le osservazioni convalidavano le sue teorie”.

La rivista “Scientific American”, nei suoi commenti sul libro di Newton, osserva:

“In tale falsificazione Tolomeo può essere giunto a inventare la durata del regno dei re babilonesi. Dato che la moderna ricostruzione della cronologia babilonese è stata basata in gran parte su una lista di re di cui Tolomeo si servì per precisare le date di presunte osservazioni babilonesi, secondo Newton ‘tutta la cronologia di una certa importanza deve ora essere riesaminata senza più riporre alcuna fiducia nella lista tolemaica [dei re]’”. — Ottobre 1977, pag. 80

Nel suo libro The Mysterious Numbers of the Hebrew Kings, il prof. E. R. Thiele, anche se non screditò mai il lavoro di Tolomeo, scrive:

“Il canone di Tolomeo fu preparato primariamente per scopi astronomici, non storici. Non pretese di fornire un elenco completo di tutti i governanti di Babilonia o di Persia, né l’esatto mese o giorno del principio dei loro regni, ma fu un accorgimento che rese possibile correggere la collocazione in un ampio schema cronologico di certi dati astronomici che erano allora disponibili. I re i cui regni erano di meno di un anno e che non abbracciavano il giorno dell’Anno Nuovo non erano menzionati”.

Oggi gli studiosi credono che Tolomeo ottenesse i suoi dati non mediante osservazione, ma copiando l’opera di un astronomo greco precedente, Ipparco di Nicea. Si sospetta pure che si sia procurato alcuni dati risalendo dai risultati da lui presupposti.

Claudio Tolomeo visse nel II secolo E.V., cioè più di 600 anni dopo la fine del periodo neobabilonese, evidentemente attinse le sue informazioni storiche da fonti che risalivano al periodo seleucide, iniziato più di 250 anni dopo la conquista di Babilonia da parte di Ciro. Non sorprende quindi che i dati di Tolomeo concordino con quelli di altri come Beroso, sacerdote babilonese del periodo seleucide; praticamente bevono tutti dalla stessa fonte.

Nonostante la maggioranza degli studiosi continui a dare credito a Tolomeo (come confermato dalla lettera del British Museum riportata), alcuni accademici sono fermamente convinti della sua inattendibilità.

Ora torniamo al testo del VAT 4956.

Nel testo originale si parla del «pianeta»; i traduttori Sachs e H. Hunger affermano trattasi della «luna». Ma su quali basi fanno tale asserzione? Ebbene doveva essere la luna perché altrimenti il documento non avrebbe indicato il 568 a.E.V.! Pensate si tratti di uno scherzo? E’ la triste realtà. Non c’è nessuna base per affermare che si trattasse della luna se non il fatto che nel 568 a.E.V. la luna si trovava nella posizione indicata dalla scriba.

Per sostenere il loro ragionamento al contrario, hanno però dovuto forzare il testo che invece indica tutt’altro. Ad esempio, il British Museum e i traduttori Sachs e H. Hunger sanno benissimo che la linea 3 del Vat 4956 non supporta l’idea che il pianeta fosse la Luna. Allora hanno deciso che lo scriba in quel punto abbia commesso un errore. Certo che se si trovasse un altro errore nel documento che confermasse l’impossibilità che il pianeta fosse la Luna.... sarebbe un problema. Infatti bisognerebbe affermare che lo scriba abbia commesso per due volte lo stesso errore sul medesimo argomento.

Ecco perché, nonostante un secondo errore ci sia... non viene segnalato da nessuno.

Infatti, come è possibile che la Luna si trovasse alle coordinate e presso la costellazione specificata in linea 14 il giorno 5 Sivan e che sempre il medesimo pianeta (la Luna) si potesse trovare nella medesima costellazione il 15 Sivan come indicato in linea 17/18 (sapendo che la Luna impiega 2,5 giorni per passare da un segno dello zodiaco ad un altro e sapendo che nessuna delle due linee è marcata come errore)?

Consigliamo il lettore di stampare il testo del VAT 4956 e di verificare riga per riga quanto da noi affermato. Ora qualcuno, e a ragion veduta, potrebbe chiedersi: ma non ci sono forse migliaia di altri documenti che confermano le conclusioni di Sachs e H. Hunger? Come è possibile giustificare l’unanimità del mondo accademico nel suo affermare che Gerusalemme cadde il 587 a.E.V.?

Il docente Rolf Furuli dell’Università di Oslo ha recentemente terminato uno studio comparativo tra la cronologia siriaca, babilonese, egizia e persiana con la cronologia biblica. Tale studio verrà pubblicato prossimamente in inglese dal titolo: “Persian Cronology and the Length of the Babylonian exile of the Jews” (La Cronologia persiana e la lunghezza dell’esilio babilonese degli ebrei) (Volume I°); e di cui L’AZZURRA 7 Divisione Editoria ne ha curato la traduzione e la pubblicazione in lingua italiana (vedi nelle “Letture Consigliate” di questo sito).

Questo studio conferma in pieno la cronologia biblica. Concludiamo con le parole dell’apostolo Paolo sperando che nessuno mai abbia a dimenticarle: “sia Dio trovato verace, benché ogni uomo sia trovato bugiardo”.

Di seguito proponiamo in lingua inglese l’interessante prefazione di Rolf Furuli alla “Oslo Cronology”.

The Oslo chronology versus the chronology of Parker and Dubberstein

The chronology of Parker and Dubberstein has been almost universally accepted for the last fifty years. According to P&D the accession year of Nebuchadnezzar was 605 B.C.E. and his destruction of Jerusalem occurred in 587 B.C.E. The conquest of Babylon by Cyrus occurred in 539, and the Persian empire ended in 331 B.C.E. after the five year reign of Darius III.

For the first time this chronology has been challenged in a scholarly study. The tablets to which P&D refer, have been studied afresh, and an attempt has been made to make a synthesis of all the tablets that contradict the traditional chronology and give a new interpretation to some of the old material.


Assyrian, Babylonian, Egyptian and Persian Chronology Compared with the Chronology of the Bible

Volume I

Persian Chronology and the Length of the Babylonian Exile of the Jews

Rolf Furuli


This book is based on a study of the data from several thousand cuneiform tablets, including dated contracts and other business documents, and astronomical tablets giving the positions of the heavenly bodies in relation to each other and to the Zodiac in particular years. A careful analysis of relevant texts in Hebrew and Aramaic (the Elephantine Papyri) has been performed. About 400 modern sources have also been used.

Parker and Dubberstein

A study of each cuneiform document used by P&D to show in which regnal years of Babylonian and Persian kings, intercalary months were added, reveals that 49 % of the ”evidence” used by P&D has no real value, in this author’s judgment. A comparison of 1450 cuneiform tablets dated during the reigns of the Persian kings reveals tablets for most of the kings that contradict P&D’s scheme, which was based on the first and last tablets dated to each king. On this basis it is argued that the chronology of P&D should be radically revised.

The chronology of the Persian kings

The most trustworthy cuneiform evidence consists of dated business tablets. These indicate sales, loans, and other transactions and are dated in the day, month, and year of the king who ruled at the time. These dates are clearly unbiased. A comparison of these tablets suggests a different chronology compared with the one advocated by P&D. The business tablets demand that Bardiya (Gaumata, who probably is the ”Artaxerxes” of Ezra 4:23) ruled for 18 months between Cambyses and Darius I. Thus the accession year of Darius I is pushed one year forward. There are strong reasons to believe that Xerxes was co-regent with Darius I for 11 years. Evidence:

  1. Tablets are dated to the accession year of Xerxes before the last tablets of the 36th year of Darius I.

  2. Drawings and inscriptions make the two equal and give them the same titles.

  3. Different titles used by Xerxes after his 11th year.

  4. The pattern of intercalary months is the same in the last 11 years of Darius and the first 11 years of Xerxes. The reign of Xerxes is pushed back 10 years (11 years of the co-regency, minus the 1 year of Bardiya). Thus the accession year of Artaxerxes I is taken as 475 B.C.E., ten years before 465, which is advocated by P&D. This means that the 20th year of Artaxerxes (Neh. 2:1) is 455 B.C.E. The business tablets may indicate that Artaxerxes I ruled through his 51st year and a few days into his 52nd year. Thus the reign of Darius II is pushed forward one year (Xerxes II/Sogdianos may have ruled a short time between Artaxerxes I and Darius II).

The absolute chronology based on the positions of the heavenly bodies in the reigns of particular kings.

The glimpse of the Oslo chronology of the Persian kings presented above collide head on both with P&D and with the three so-called ”Saros tablets” which, as far as we can see from their fragmentary condition, present 18-year cycles of eclipse possibilities of the moon, which can be connected with numbered years of Persian kings.

In order to make an absolute chronology on the basis of astronomical diaries, lunar (Saros) tablets and planet tablets, three requirements must be met:

  1. The positions of the heavenly bodies must be observed by the eye of a scribe and written down at the same time; and they must not only represent backward calculations made at a much later time.

  2. The name of the ruling king must be written on the tablet at the time when the observations are made.

  3. Enough observations must be found on the tablet to be able to pinpoint the dates of observation according to the Julian and Gregorian calendar.

As far as the Saros tablets are concerned, only condition 3 is met. The pattern of the eclipses, numbers of regnal years, and abbreviated names of kings (on one of them) help astronomers pinpoint the years of the kings of the Persian empire back to the last part of the reign of Darius I.

It has been known for a long time that the Saros tablets do not contain original observations, but they represent calculations solely based on theory, or on a combination of theory and other tablets containing observations. Thus they indicate that in the 3rd century B.C.E., in the astronomical/historical milieu, a scheme of 18-year Saros cycles connected with a chronology of kings existed, probably going back as far as to the time of Nabonassar (747 B.C.E.) as suggested by other tablets. The important question is: Do these 24 Saros cycles (of which we only have fragments), which cover 432 years from 747 to 315 B.C.E., and which are connected with a chronology of kings, represent reality, or are they as a whole fictional?

If we take the dated business tablets and other material at face value, the answer, as far as the Persian empire is concerned, is that the Saros tables are fictional. Eclipses of the moon occur regularly at 5 or 6 month intervals, and almost the same series of eclipes occur every 223 months (18 years), so the eclipse part of the Saros scheme is real. What is fictional, (a conclusion based on more than one hundred business tablets and ”anomalous” intercalary months from the Persian empire), is the connection between the eclipse cycles of the moon and the succession of kings. P&D took the Saros tablets as proof of their chronology and rejected business tablets which contradicted their chronology, and were not aware of scores of other tablets that speak against their chronology. The Oslo chronology does the very opposite of P&D by taking the business tablets at face value, which forces us to reject the theoretical Saros chronology as a depiction of reality.

The length of the Babylonian exile of the Jews

Language is ambiguous, and many texts can be interpreted in different ways. But a careful linguistic analysis reveals that Daniel 9:2 and 2 Chronicles 36:21 unambiguously say that Jerusalem was a desolate waste without inhabitants for a full 70 years, while the people were exiled in Babylon. It has been argued that the words of Jeremiah 25:11,12 do not corroborate with the mentioned unambiguous texts. This is wrong, and an analysis of these and other words of Jeremiah show that, while his words are not unambiguous, they can be interpreted as saying the same thing as the unambiguous texts. Daniel and the Chronicler, who personally knew the length of the exile, interpreted the words of Jeremiah as indicating a desolate condition of 70 years. A correct understanding of Hebrew verbs help us to understand that Zechariah 1:12; 7:5 accords with the other passages, definitely stressing the desolate condition of 70 years.

Volume II and the Babylonian chronology

Much research is needed before Volume II is ready for publication, but a few remarks can be made at this point. The chronologies of Assyria, Babylon, and Persia are interdependent as far as the dates of the reigns of the kings are concerned. If, for instance, the accession year of the first New Babylonian king is pushed forward one or two years, the whole New Babylonian dynasty is pushed forward by one or two years. The same is true if one of the kings is pushed one or more years backwards. This is what we may call the ”domino-effect”.

This ”domino-effect” works in another way as well, something that can be seen in connection with the Saros cycles. The Saros scheme with each cycle consisting of 223 lunar months, includes the Persian and New Babylonian kings, and a great number of Assyrian kings. The scheme either represents reality, or it is fictional. If we, on the basis of a great number of dated business tablets, can show that the part of the Saros scheme that includes the Persian kings, is fictional—which I believe we can—then, this has the ”domino effect” in that the same must be true for the the rest of the Saros scheme covering the New Babylonian and Assyrian empires. Thus the whole frame of the New Babylonian chronology of P&D falls apart.

The year 539 B.C.E.is taken in the Oslo chronology as the time when Cyrus conquered Babylon, although there can be some uncertainty with that year, due to the witness of the tablet Strm Kambys 400, which is not as good as we would have wished. However, if we accept the year 539 and at the same time accept the unambiguous witness of the Bible, we also must accept that the Babylonian exile began about 70 years before the year 539, and not 49 or 50, which is what B&D allows for. This means that both the Bible and the Oslo chronology of the Persian empire argues against the traditional New Babylonian chronology.

The witness of the cuneiform tablets related to the New Babylonian kings will be thoroughly discussed in Volume II. The astronomical evidence of this period is meager indeed, though specific, and it will be discussed in the light of the three crieteria mentioned above. It is particularly important to come to grips with the astronomical diary VAT 4956. As of present I have reviewed data from about 7.000 business tablets from the New Babylonian Empire. There are so many tablets that are anomalous, from the point of view of the traditional chronology, that the whole scheme of P&D breaks down. Each king seems to have ruled longer than P&D says. This material will be systemized and interpreted. An important question that will be scrutinized is whether one whole Saros period of 18 years somehow was lost in the New Babylonian era in the theoretical Saros schemes that were used in the 3rd century B.C.E., to the effect that the New Babylonian dynasty of kings existed 18 years longer than P&D says. There are several original inscriptions from this period as well, some containing information that is contradicted by others. The result of a study of these will also be presented.

A word of caution

Ancient history cannot be proven, because there are no living informants. Any attempt to make a chronological scheme of the kings of ancient nations is tentative. The Oslo chronology does not claim to represent the final word of the matter, but it represents a new approach to chronology. It does not generally challenge the interpretations and datings of astronomical tablets by experts such as Sachs, Hunger, Watson, and Steel, but it questions the origin and quality of the tablets, thus scrutinizing the connection between the dates and regnal year of real kings. Its advantage is that the cuneiform data are not seen through the glasses of the traditional chronology, but the evidence of each tablet is presented in its own right. It is also an advantage that published cuneiform sources are much more numerous and complete than was the case 50 years ago when Parker and Dubberstein did their work. The real importance of the Oslo chronology, therefore, is not that it has established ”the only true chronology”, but that it has demonstrated that the accepted chronology, based on P&D is not ”the only true chronology”.