I Tempi dei Gentili riconsiderati...no trafugati!

Una delle dottrine dei Testimoni maggiormente contestata è quella che, sulla base di un calcolo presentato dal capitolo 4 del profeta Daniele e della applicazione antitipica delle parole del profeta originariamente rivolte a re Nabucodonosor al Regno di Dio[1], vuole il ritorno di Cristo, la sua intronizzazione come Re del Regno dei cieli e l’inizio degli ultimi giorni della malvagità nel 1914.[2]

Tra coloro che si sono distinti maggiormente nel contestare questa dottrina risalta Carl Olof Jonsson. È un ex-Testimone di Geova svedese che alla fine degli anni 70 scrisse contro questa dottrina. I suoi libri hanno avuto una grande diffusione nel mondo anglosassone. E attualmente tutte le informazioni che si trovano in rete contro la dottrina dei Testimoni di Geova si basano sui suoi scritti.

L’aspetto che viene maggiormente contestato non è tanto quello esegetico ma quello cronologico. Secondo Daniele capitolo 4, versetto 16, relativo all’albero del sogno del re Nabucodonosor, che simboleggia in maniera tipica il Regno di Dio, sarebbero passati “sette tempi”. Il Regno di Dio tipizzato (il Regno di Giuda su cui regnavano in nome di Dio i re della dinastia davidica) cadde quando si realizzarono le parole di Ezechiele 21:26, 27: “Rimuovi il turbante, e togli la corona. Questa non sarà la stessa. Innalza pure ciò che è basso, e abbassa pure l’alto. Una rovina, una rovina, una rovina ne farò. Anche in quanto a questa, certamente non diverrà [di nessuno] finché venga colui che ha il diritto legale, e a lui [lo] devo dare’”.

Queste parole furono rivolte da Dio all’ultimo re della dinastia davidica, Sedechia. Quindi, secondo il decreto di Dio, ci sarebbe stata una interruzione della sovranità di Dio espressa tramite i re davidici fino all’arrivo di “colui che ha il diritto legale”. Secondo la scrittura di Luca 1:32, è Gesù ad essere “colui che ha il diritto legale”. Gesù non cominciò a regnare durante il suo ministero terreno né subito dopo la sua risurrezione. (Ebrei 10:12, 13) Avrebbe dovuto attendere il momento in cui, purificati i cieli dalla presenza di Satana e dei suoi demoni, avrebbe ricevuto il Regno. (Apocalisse 12:7-12) Da quel momento Gesù avrebbe ricevuto il Regno e si sarebbe adempiuta la parte finale di Ezechiele 21:26, 27.

Per capire correttamente questi aspetti profetici relativi l’intronizzazione di Cristo quale re del Regno di Dio è necessario sapere (1) quando si adempie Ezechiele 21:26, 27 e (2) quando si adempie Apocalisse 12:10[3]. Secondo i Testimoni di Geova, Daniele capitolo 4 versetti da 10 a 35 contiene una indicazione precisa sull’inizio e la fine di questi tempi profetici. Non entriamo nel dettaglio circa le basi scritturali di questa dottrina e invitiamo i lettori a consultare le pubblicazioni dei Testimoni di Geova[4], il sito ufficiale www.jw.org o chiedere informazioni ai Testimoni quando li si incontra mentre svolgono il loro ministero.

Quando si adempie la parte iniziale di Ezechiele 21:26, 27? La scrittura di 2 Re 25:1-26 dice che avvenne per mano dei babilonesi guidati dal re Nabucodonosor. I Testimoni di Geova sostengono che questo avvenne nel 607 a.c.[5] 1 di 25/7/2021 I Tempi dei Gentili riconsiderati...no trafugati!

Contro la data proposta dai Testimoni di Geova per la distruzione di Gerusalemme da parte dei babilonesi si è scagliato il già citato Carl Olof Jonnson. Egli sostiene che la data presentata nelle pubblicazioni dei Testimoni di Geova è errata e contestata da tutti gli storici. Oltre alle pubblicazioni citate in calce, che vi invitiamo a consultare, potete anche leggere l’articolo intitolato “La caduta di Gerusalemme: 607 o 587 a.E.V.?”, disponibile qui.

Carl Olof Jonnson è entrato anche in polemica diretta con il professor Rolf Furuli dell’università di Oslo[6] sostenendo di aver confutato abilmente e ampiamente le tesi di Furuli a difesa della cronologia dei Testimoni di Geova. In realtà le cose non stanno così. Olof Jonnson si è appropriato fraudolentemente di appunti di lavoro privati del professor Furuli e ha costruito le sue argomentazioni contro la cronologia dei Testimoni di Geova e le argomentazioni di Furuli attingendo da questi.

Siamo in possesso della risposta ufficiale del professor Furuli ad un amico che chiede spiegazioni sull’accaduto e della lettera di disapprovazione scritta da Furuli a Jonnson per l’azione disonesta perpetrata. Riportiamo integralmente tutto il carteggio e siamo convinti che anche voi concorderete con noi nel dire che “le bugie hanno le gambe corte”.

Le considerazioni di Jonnson

Alle pagine 308, 309 del libro “I Tempi dei Gentili Riconsiderati”, possiamo leggere:

Rolf Furuli è un Testimone di Geova che vive a Oslo, Norvegia. E’ un ex sorvegliante di distretto ed è considerato dai Testimoni norvegesi il principale apologeta degli insegnamenti della Watch Tower in quel paese, e i Testimoni spesso girano a lui i loro problemi dottrinali. Non c’è da meravigliarsi, quindi, che abbia considerato come un importante incarico confutare il mio lavoro sulla cronologia dei Tempi dei Gentili della Watch Tower Society.

Il primo tentativo del genere di Furuli, un documento di più di cento pagine chiamato “Den nybabyloniske kronologi og Bibelen” (“La Cronologia Neo-Babilonese e la Bibbia”) mi fu spedito dai Testimoni in Norvegia nel 1987. Come la Watch Tower Society nella sua “Appendice”, così Furuli ha tentato di minare l’attendibilità delle fonti storiche per la cronologia Neo-Babilonese presentata nel mio lavoro.

Per soddisfare i desideri dei Testimoni Norvegesi (che mi hanno contattato in segreto), ho deciso di scrivere una replica al documento di Furuli.

Le prime 31 pagine della mia replica (che alla fine ammontava a 93 pagine) sono state spedite nella primavera del 1987 ai Testimoni Norvegesi che prontamente ne hanno provveduto una copia anche a Furuli. Furuli ha subito capito che avevo dimostrato come la sua trattazione fosse insostenibile, e se avesse continuato a diffondere il suo documento, anche la mia replica sarebbe stata diffusa di pari passo. Per prevenire questo, mi scrisse una lettera datata 23 Aprile 1987, nella quale descriveva il suo documento come solo delle “note private” le quali “non rappresentano in ogni dettaglio il suo attuale punto di vista” ma erano solamente un espressione delle informazioni a lui disponibili al momento in cui fu scritto. Mi chiese di distruggere la mia copia del suo documento e di non citare mai più da esso.

[nota: “Siccome ho scoperto poi che Furuli continuava a condividere il suo documento con i Testimoni che avevano iniziato a fare domande sulla cronologia della società, non ho visto la ragione di fermare la diffusione della mia replica ad esso. Un punto importante nella argomentazione di Furuli era che le date su alcuni documenti cuneiformi dell’era Neo-Babilonese creano “sovrapposizioni” di alcuni mesi tra alcuni regni, il che egli lo ha considerato come prova che anni extra dovevano essere aggiunti a tali regni. Queste “sovrapposizioni” sono discusse nella appendice per il capitolo 3 del presente lavoro.]

Tre anni dopo Furuli ha preparato un secondo documento mirato a rovesciare l’evidenza presentata nel mio lavoro. Per qualche tempo Furuli aveva studiato ebraico all’università di Oslo, e nel suo nuovo documento di 36 pagine (datato 1° febbraio 1990) ha provato a sostenere che la mia discussione dei 70 anni per Babilonia era in conflitto con il testo originale Ebraico. Sebbene era evidente che la conoscenza dell’ebraico di Furuli a quel tempo era molto imperfetta.

Essendomi consultato con numerosi principali Ebraisti Scandinavi, scrissi una replica di 69 pagine, dimostrando nei dettagli che i suoi argomenti erano completamente basati su un malinteso del linguaggio Ebraico. Siccome Furuli nella sua discussione ha sollevato questioni sull’attendibilità del testo Ebraico Masoretico (MT) del libro di Geremia, la mia risposta ha incluso anche una difesa di questo testo contro quello della Settanta Greca (LXX) del libro.

Al momento non sono a conoscenza di ulteriori tentativi da parte di Furuli per difendere la data 607 B.C.E. e non so nemmeno se sia preparato per difenderla.” – pp. 308, 309.

Rolf Furuli risponde ad un lettore di Jonsson

Ho letto le frasi riguardanti me che lei mi ha citato dal libro “I Tempi dei Gentili Riconsiderati” di Carl Olof Jonsson. Riguardo alla sua domanda relativa alla sincerità delle parole di Jonsson, ho i seguenti commenti:

Jonsson non dice la verità circa questa questione. Tra il 1984 e il 1986 ho fatto uno studio del resoconto che la bibbia fa sull’esilio Babilonese dei Giudei e la Nuova cronologia Babilonese. Ho acquisito una varietà di libri e articoli riguardo a tale soggetto e ho compilato estese note tratte da queste fonti. Nel 1986 fui avvicinato da un mio amico che aveva letto il libro di Jonsson e che mi domandò cosa sapevo sulla Nuova cronologia Babilonese. Dopo la conversazione gli ho prestato una collezione organizzata di alcune mie note, per aiutarlo nello studio del soggetto.

Senza il mio permesso questa persona ha duplicato le mie note ed esse furono inviate a Jonsson. Quando l’ho scoperto, ho scritto una lettera a Jonsson e ho fatto notare che le note sono state copiate contro la mia volontà, e che erano solo delle note e non un manoscritto pronto per la pubblicazione.

Inoltre ho fatto notare che poiché le note erano incomplete, esse non rappresentavano necessariamente e/o completamente il mio attuale punto di vista. Ho quindi richiesto che tutte le copie delle mie note venissero distrutte, e che non venissero mai citate in nessun contesto.

Questo, naturalmente, era un mio diritto poiché le note erano di mia proprietà personale. Invece di conformarsi alla mia richiesta, Jonsson ha tenuto le mie note e scritto una loro “confutazione”, che ha inviato a diverse persone, e che in ultimo sono arrivate anche a me.

E’ chiaramente immorale sia tenere che usare materiale rubato, specialmente dopo che a uno è stato notificato che tale materiale in suo possesso era di fatto rubato. E’ anche immorale discutere contro punti di vista che io non ho mai pubblicamente espresso come se fossero mie concrete opinioni sul soggetto.

Inoltre, nella mia lettera, ho esplicitamente comunicato che queste note non rappresentano necessariamente la mia opinione.

Secondo la sua citazione, Jonsson scrive:

“Le prime 31 pagine della mia replica (che alla fine ammontava a 93 pagine) sono state spedite nella primavera del 1987 ai Testimoni Norvegesi che prontamente ne hanno provveduto una copia anche a Furuli. Furuli ha subito capito che avevo dimostrato come la sua trattazione fosse insostenibile, e se avesse continuato a diffondere il suo documento, anche la mia replica sarebbe stata diffusa di pari passo.”

Questo non è vero. Poiché Jonsson non può leggere i pensieri di altri, come può sapere che avevo compreso che le mie note erano insostenibili, e come può sapere che gli ho spedito la lettera per fermare la diffusione della sua “confutazione”? La verità è che ho spedito la lettera a Jonsson prima che leggessi la cosiddetta “confutazione”, e il mio unico motivo era notificagli che non aveva diritto di usare una mia proprietà, che ad ogni modo, mi era stata rubata.

Vedo che Jonsson si lamenta del fatto che io “continuo a diffondere” il mio documento (che poi sarebbero le mie note incomplete). E che ciò l’ha spinto a scrivere la sua confutazione che successivamente mi fu inviata. Di nuovo non dice la verità. Non ho mai “distribuito” le note che furono copiate e spedite a Jonsson, a nessuno, tranne che alla persona che ho prima menzionato e ad un’altra persona. Poiché questo materiale era composto da sole note incomplete, non c’era ragione per distribuirlo.

In relazione alla seconda serie di note di “tre anni dopo” che Jonsson menziona, ho da dire ciò che segue:

E’ vero che ho continuato a studiare la Nuova cronologia Babilonese, ho acquisito più letteratura, e ho compilato ulteriori note. Jonsson dice il vero quando afferma che nel 1990 avevo fatto una nuova sistemizzazione delle mie note (ma non un “documento”. Erano sempre e solo delle note in una fase preliminare).

La ragione per la quale Jonsson sa delle mie note del 1990 è perché nello stesso anno fui contattato da una persona (che avevo conosciuto dall’infanzia) il quale mi disse che aveva letto il libro di Jonsson e aveva delle domande relative alla Nuova cronologia Babilonica e Biblica. Voleva ottenere più dati possibile e aveva sentito che io possedevo del materiale che poteva aiutarlo. Mi ha chiesto in prestito le mie note per poche ore. Ho acconsentito alla sua richiesta e gli ho permesso di prendere tutte le note personali che voleva, ma mi promise di non fare nessuna fotocopia e di non mostrare le note a nessun’altro.

Invece andò direttamente ad una fotocopiatrice e la nuova serie di note incomplete furono immediatamente spedite a Jonsson.

Spero che la disinformazione su questi eventi, nel resoconto di Jonsson, non sia il risultato di un deliberato tentativo di ingannare le persone. Ha fatto l’errore di attribuirmi reazioni particolari, e poi tratta questa sua supposizione come un fatto. Questo è naturalmente uno sbaglio metodologico che un ricercatore equilibrato non dovrebbe commettere. Ma sembra che Jonsson creda nelle sue supposizioni, e quindi non dico che mente ma solo che non dice la verità a riguardo.

Diamo per buono che la falsa presentazione dei fatti da parte di Jonsson possa essere attribuita a un suo non equilibrato giudizio delle mie reazioni; rimane però accertata la sua violazione di una buona condotta morale che difficilmente può essere ignorata.

Ha seguito l’immorale metodo di usare note rubate in due occasioni, e ha pubblicamente discusso contro opinioni che mai io ho espresso pubblicamente, anche se lo avevo informato che ciò che avevo messo insieme su questo soggetto non avrebbe dovuto essere mai citato come se rappresentasse la mia finale opinione sul soggetto.

Questa è la lettera che ho spedito a Jonsson:

Sono stato informato che le sono arrivate le mie note personali riguardanti la Nuova Cronologia Babilonese. Gradirei precisare che ho prestato alcune mie note con le informazioni cronologiche ad un vecchio amico, il quale, senza il mio consenso e contro la mia volontà, le ha prestate ad altri che le hanno copiate e distribuite. Qualsiasi autore di un manoscritto pubblicato, sa che c’è un lungo passaggio tra lo stadio di quando uno lavora con le note, al manoscritto finale; e che molti abbozzi sono scartati prima che il lavoro sia finito.

Ciò che è nelle sue mani sono solo note incomplete e non rappresentano in ogni dettaglio la mia attuale opinione ma sono solamente una stesura delle informazioni che avevo quando furono scritte; quindi è sbagliato citarle come un’espressione del mio attuale punto di vista. Gradirei menzionare che queste note non sono state date ad altri, eccetto che al mio amico menzionato, e che esse, al presente, non sono divulgabili. Poiché non era mia intenzione rendere le mie note disponibili a terzi, e poiché esse non costituiscono il manoscritto finale che rappresenta il mio reale punto di vista, chiedo che tutte le copie d’esse siano distrutte e che non siano mai citate in nessun contesto.

Rolf Furuli

Conclusione

Rolf Furuli con i suoi studi ha voluto presentare alla comunità scientifica una lettura cronologica alternativa dei documenti storici relativi al periodo dell’esilio babilonese del popolo giudaico senza necessariamente negare l’interpretazione tradizionale.

Il suo lavoro va visto nel contesto di circa duecento anni di analisi storico-critica dei testi: a che conclusione siamo pervenuti? Ci si è resi conto che il principio d’indeterminazione di Heisenberg vale specialmente per le testimonianze storiche. L’interpretazione dei documenti non può mai essere una pura riproduzione di come realmente sono andate le cose. Interpretazioni che si supponevano così rigorosamente scientifiche e puramente storiche sono in realtà risultate lo specchio della visione storica dell’autore piuttosto che la rappresentazione delle epoche del passato.

Questa conclusione, lungi dal condurre al relativismo e allo scetticismo, dovrebbe renderci consci dei nostri limiti nell’esplorare la storia!

Per questo apprezziamo il lavoro di Furuli, perché senza presunzione ha fornito una lettura storica dei numerosi documenti su cui si basa la cronologia persiana, babilonese e pertinenti, che ben si sposa con la cronologia interna alla Bibbia corrispondente allo stesso periodo, senza il bisogno di “stiracchiare” le Sacre Scritture.

Certamente, adesso che le sue opere sono in mano agli storici il dibattito porterà a nuove e approfondite risposte da ambo le parti e noi lo seguiremo con grande interesse ma anche con questa consapevolezza: come Testimoni di Geova non abbiamo bisogno dello studio accurato di Furuli per dar maggior credito alla cronologia biblica piuttosto che a quella tradizionale!

Il concetto di ispirazione biblica che ci guida, oltre al principio di indeterminazione di Heisenberg, ci fornisce la garanzia che solo Dio è stato capace di farci pervenire un resoconto storico accurato su cui basare anche i nostri calcoli dei Tempi dei Gentili. Nello stesso tempo incoraggiamo i nostri lettori a studiare bene le opere di Furuli, e a non basare le proprie conclusioni sullo scritto di chi come Olof Jonsson, come avete potuto leggere, non si è fatto molti scrupoli nell’utilizzare materiale trafugato.

La Redazione di TdgOnline

NB: In seguito Jonsson pubblicò in internet una contro-risposta a quanto af ermato da Furuli, cercando di rimediare alla brutta figura con ragionamenti arzigogolati che sostanzialmente non smentivano il fatto che avesse usato copie delle note del Prof. Furuli in modo illegale per ben due volte.

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NOTE:

[1] Si veda il libro Prestate attenzione alle profezie di Daniele! alle pagg. 94-97, edito dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova.

[2] Gesù diede un segno del suo ritorno e della fine dell’età presente. (Luca 21:7, 10) Il ritorno di Cristo sarebbe stato invisibile in quanto egli stesso disse: “Il mondo non mi vedrà più”. (Giovanni 14:19) Quindi il ritorno di Cristo avrebbe significato il fatto che da un momento preciso egli avrebbe rivolto la sua attenzione alla terra. (cfr. Genesi 18:14) I cristiani avrebbero dovuto scorgere l’adempimento dei segni per poter comprendere l’epoca esatta del ritorno del Signore. (Matteo 24:3) Dal momento del suo ritorno all’effettiva esecuzione del giudizio divino sui malvagi sarebbe trascorso un certo tempo in cui il Signore avrebbe diviso “le pecore dai capri”. (Matteo 25:31-46)

[3] Questa Scrittura dice: “Ora son venuti la salvezza e la potenza e il regno del nostro Dio e l’autorità del suo Cristo, perché è stato gettato giù l’accusatore dei nostri fratelli, che li accusa giorno e notte dinanzi al nostro Dio!”. Pertanto secondo questa Scrittura si può conoscere l’epoca (“ora” grida l’alta voce dal cielo) dell’annuncio dell’intronizzazione di Cristo in cielo.

[4] Si veda il libro Cosa insegna realmente la Bibbia? alle pagg. 215-8, edito dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova.

[5] Si veda il libro Venga il tuo regno, alle pag. 127-140 e 186-189, edito dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova.

[6] Il professor Furuli è autore del saggio Il ruolo della teologia e del pregiudizio nella traduzione della Bibbia, edito in Italia da Azzurra 7.