Ciò che si dice dei Testimoni di Geova:

giudizi veritieri o pregiudizi?

Saper distinguere il buon giudizio dal pregiudizio non è sempre facile. Tutti noi siamo in qualche misura inclini al pregiudizio. “È fuor di dubbio” dice Piero Angela [1] “che l’educazione ricevuta, l’esempio dei genitori e dei parenti, l’istruzione religiosa, certi condizionamenti inculcati sin dall’infanzia abbiano impresso in moltissimi... un modello molto forte di comportamento, una specie di gabbia dalla quale diventa difficile uscire”.


In effetti, questo è il parere di molti studiosi sul comportamento umano e sul perché delle nostre scelte o credenze. Inoltre, “questi giudizi o idee sbagliate hanno tratto in inganno persino chi i comportamenti umani li studia per professione” dice Paola Emilia Cicerone nel suo articolo “Basta crederci” per la rivista Newton [2]. Questi giudizi o idee errate che hanno ingannato Fabrizio Benedetti, professore dell’università di Torino, lo hanno spinto a scrivere un libro dal titolo “La realtà incantata” spiegando che noi di solito “esprimiamo un giudizio senza renderci conto che ci stiamo facendo influenzare dal contesto”.


Senza ombra di dubbio tutti noi qualche volta volontariamente o involontariamente abbiamo avuto idee sbagliate giudicando male qualcuno e a sua volta, noi stessi siamo stati giudicati male. In linea di massima, siamo tutti vittime del pregiudizio. Tuttavia, se i pensieri che alimentano il pregiudizio vengono scacciati subito, è probabile che facciano poco o nessun danno. Ciò che può essere dannoso è coltivare tali pensieri. Questo può portarci a credere a delle falsità. Espressioni come: “il tipico provinciale” o “la tipica donna al volante”, “tipicamente tedesco”, fanno parte della nostra vita quotidiana. Per esempio, a causa del pregiudizio, alcuni credono veramente che una persona possa essere avida, pigra, stupida o altezzosa solo perché appartiene a un determinato gruppo religioso, etnico o nazionale. In molti casi questi giudizi errati possono dar luogo ad azioni ingiuste, vessatorie o addirittura violente. Milioni di persone hanno perso la vita in massacri, genocidi, stragi etniche e altre forme di bieco pregiudizio.


Governi di tutta la terra hanno combattuto il pregiudizio sancendo il diritto inviolabile alla libertà, alla sicurezza e all’uguaglianza. Se leggete la costituzione o le leggi fondamentali dell’Italia, troverete un articolo che tutela i diritti di tutti i cittadini, indipendentemente da razza, sesso o religione. Eppure pregiudizio e discriminazione dilagano in Italia come anche in tutto il mondo che si definisce democratico.


Politici, religiosi e storici, da parte loro, possono deliberatamente alimentare il pregiudizio per scopi politici, religiosi o nazionalistici. Hitler ne è un esempio lampante. Georg, ex appartenente alla Gioventù Hitleriana, spiega: “La propaganda nazista ci insegnò a odiare prima gli ebrei, poi i russi, poi tutti i nemici del Reich”.

Si può eliminare il pregiudizio?


Una volta Albert Einstein avrebbe detto che in questo mondo è più difficile vincere il pregiudizio che dividere l’atomo. Similmente Edward R. Murrow, un giornalista disse: “Nessuno può eliminare i pregiudizi: può semplicemente prenderne atto”. Cos’è veramente il pregiudizio?


Un’enciclopedia lo definisce “opinione che ci si forma senza prendersi il tempo o preoccuparsi di giudicare imparzialmente”. Secondo Werner Bergmann [3] “i pregiudizi si possono definire giudizi affrettati, che vengono formulati partendo da una base di dati non falsa ma troppo scarsa. E tuttavia possono essere mantenute anche quando si conosce bene l’oggetto del pregiudizio e si sono raccolte maggiori informazioni sul suo conto”, e poi aggiunge, i pregiudizi sono giudizi che non si lasciano modificare nemmeno da informazioni che li contraddicono: sono giudizi dogmatici” proprio perché la gente vuole crederci!


Che dire di voi personalmente? Sapreste distinguere un buon giudizio dal pregiudizio? Quello che si dice sui testimoni di Geova sono constatazioni vere o pregiudizi? Sapete valutare obbiettivamente le informazioni se sono degne di fiducia? Per molti non è assolutamente semplice distinguere il buon giudizio dal pregiudizio e nemmeno trattare questo tipo di argomenti (non perché sia difficile, in realtà siamo noi stessi a renderlo difficile).


Un redattore di Testimoni di Geova Online si ricorda, quando era ancora a scuola un esperimento che il professore di scienza gli fece in classe per aiutare gli alunni a capire come fare ricerche che abbiano un valore scientifico. Egli racconta:

Ci portò due piante molto simili, ci disse di star seduti nei rispettivi posti e poi fece questa domanda: “Qual è secondo voi la pianta artificiale e qual è la pianta naturale?”

Finito il tempo a disposizione, il professore ci interrogò uno ad uno. Voleva sapere non solo quale pianta secondo noi fosse quella naturale ma anche il perché delle nostre affermazioni. Come potete immaginare alcuni azzeccarono altri no.

La morale di tutto ciò, disse il professore, è che “nessuno ha ragione”, poi aggiunse: “avete fatto salti acrobatici con teorie e contro teorie molto interessanti per dimostrarmi qual è quella naturale mentre bastava venire qui alla mia cattedra e toccare le piante con le vostri mani, sarebbe stato per voi molto più semplice capirlo, tutto questo perché le vostre argomentazioni partivano da un presupposto errato”.

Parlando dei Testimoni di Geova, molti ricercatori partono dal presupposto corretto? Triste a dirsi, molti, volontariamente o involontariamente, li giudicano in modo distorto, come pure è frequente che questi giudizi si diffondano e prendano ampiamente corpo fra la gente. I loro giudizi errati a nostro avviso, sminuiscono la credibilità di alcuni studiosi mostrando una certa disinvoltura nel formulare le loro critiche. Un simile comportamento non può che danneggiare il loro obiettivo di valutazioni professionalmente corrette accontentando solamente quelle persone che desiderano sentire quei giudizi. Alcuni lettori attenti, leggendo simili giudizi o valutazioni errate, vengono, per così dire, ingannati finendo per accantonare la loro tesi.


Per di più, una persona sincera in cerca di informazioni attendibili sui testimoni di Geova, potrebbe perdere l’opportunità di realizzare una ricerca seria, di conseguenza, questi studiosi si rendono responsabili della loro disinformazione. A questo riguardo ci vengono in mente le parole di Gesù nel vangelo di Matteo 23:13-14 che dice:

“Guai a voi, scribi e farisei, ipocriti! perché chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; poiché voi stessi non entrate e non lasciate entrare quelli che stanno per entrare”.

Può anche darsi che sia proprio questo l’esito che alcuni studiosi senza scrupoli vorrebbero, cioè, sviare più persone possibili dal conoscere la verità sui testimoni di Geova. Non importa se le notizie che scrivono sono false o vere. Basta che queste notizie circolino fra la gente e il gioco è fatto.


Potenza delle Dicerie

“Nel settembre del 1979, una settimana dopo il suicidio dell’attrice Jean Seberg, si seppe che era stata messa in circolazione nelle agenzie giornalistiche una voce che avrebbe dovuto danneggiarla: era stata lanciato la notizia che l’attrice aspettava un figlio da un esponente delle Pantere Nere, in modo da screditare il suo impegno nel movimento per i diritti civili. Dopo aver letto questa falsa notizia nelle rubriche dei pettegolezzi, Jean Seberg aveva avuto un aborto.”

“Poco prima di mezzogiorno, il 19 ottobre 1987, cominciarono a girare nella Borsa di New York voci su un’imminente regolamento del mercato azionario. Nel pomeriggio vennero fuori altre notizie incontrollate che indussero gli operatori a cercare disperatamente di disfarsi dei titoli, per timore di perdere tutto. Alla chiusura di Wall Street, quel «Lunedì nero», l’indice Dow-Jones era sceso di 508 punti.”

Così iniziava l’articolo “Potenza delle dicerie” di Ralph L. Rosnow [4].


Anche i Testimoni di Geova non sono stati risparmiati dalle dicerie. Infatti sono stati definiti da alcune autorità cattoliche — e non — “la più pericolosa di tutte le sette”. Persino le pubblicazioni della Watch Tower Society — l’organizzazione dei Testimoni di Geova — sono state oggetto di dicerie: uno dei disegnatori, avrebbe inserito di nascosto figure demoniche nelle illustrazioni, sarebbe poi stato scoperto e disassociato! (Vedi l’articolo: Immagini subliminali nelle pubblicazione dei Testimoni di Geova?).


“Questi pochi esempi indicano che le dicerie sono un fenomeno di portata mondiale, che non riguarda solo la vita privata dei singoli, ma anche può mettere in moto eventi politici ed economici, o modificarne il corso. Anche alcune notizie incontrollate dice la rivista Psicologia contemporanea [5] “possono essere così potenti da essere considerate corresponsabili addirittura di sommovimenti e disordini di massa”. Come scrivevano già nel 1947 gli psicologi Gordon W. di Harvard:

“Non ci risulta nessun caso in cui le dicerie si possono considerare causa esclusiva o primaria di una sommossa, ma tutti i dati disponibili in grado di formulare una legge della psicologia sociale: non c’è nessun disordine o tumulto in cui il ricorso alla violenza non sia fomentato, accompagnato o rafforzato da dicerie”.

Cos’è una diceria?


Il Nuovo Zingarelli dà questa definizione: Voce priva di fondamento, spesso maligna, ingiuriosa o calunniosa. Un’altro dizionario dice: Una diceria è “un discorso o un’opinione molto diffusa e senza un’origine riconoscibile”; oppure “un’affermazione di una notizia corrente la cui verità non è garantita da un’autorità nota”. (Webster’s New Collegiate Dictionary)


Come nascono le dicerie?


Le dicerie possono essere diffuse a voce o possono assumere un aspetto più “ufficiale”, forse essendo riportate dalla stampa o dalla radio. Come nascono le dicerie? Spesso è impossibile dirlo. Un’affermazione casuale di qualcuno può essere ripresa, ripetuta e gonfiata. Se viene suggerito che qualcosa potrebbe accadere, può facilmente diventare un’affermazione secondo la quale accadrà, e poi si potrebbe finire per dire che è accaduta. Persino una battuta può far nascere una diceria se qualcuno la prende sul serio e la ripete.


Si può far nascere una diceria di proposito. Quando i soldati che erano stati di guardia presso la tomba di Gesù dopo la sua morte, gli anziani degli ebrei dissero di mettere in giro questa falsa diceria:

“I suoi discepoli son venuti di notte e l’hanno rubato mentre noi eravamo addormentati”. I soldati ubbidirono. “Ed essi, presi i pezzi d’argento, fecero come erano stati istruiti; e questa parola si è diffusa fra i Giudei fino a questo giorno”.

Molti a quel tempo crederono a quella diceria!


Perché le dicerie si diffondono?


È ancor più interessante la domanda: Perché una volta che hanno avuto inizio le dicerie si diffondono così tenacemente? Spesso questo accade perché le persone ci vogliono credere. Alcuni giornalisti fanno carriera ripetendo voci che riguardano personaggi importanti. Sarebbero ben presto disoccupati se queste notizie non rendessero!


Le dicerie si diffondono anche perché ben si adattano a pregiudizi diffusamente accettati. Senza dubbio la falsa diceria secondo la quale i testimoni di Geova sono una setta pericolosa per la nostra società trova orecchi disposti ad ascoltare perché alcune chiese si sentono minacciate dalla loro opera evangelica.


Alle volte le dicerie sono un riflesso di un diffuso disagio che si prova per qualche cosa. Le dicerie possono anche svilupparsi nel caso che governi o autorità agiscano in maniera riservata. Possono persino essere alimentate da chi nutre certe illusioni. Per decenni sono stati messi in giro molti racconti di atterraggi di dischi volanti, i quali si diceva provenissero da società scientificamente avanzate di altri pianeti portando qui benigne creature. Con le tante difficoltà del XX secolo alcuni possono trovare rassicurante credere che questi esseri esistano realmente. Inoltre una diceria può avere origine o sembrare confermata da un equivoco. Secondo le ricerche di Ralph L. Rosnow5, le cause delle dicerie potrebbero essere:

  • Paure individuali

  • Credulità (la disponibilità a prendere per vera una voce corrente)

  • Il tipo di diceria (significante o insignificante)

  • Una condizione diffusa di insicurezza

Come possiamo difenderci dalle dicerie?


Quando ne sentiamo parlare, dovremmo essere saggi e non credere ingenuamente a qualsiasi cosa ci venga detta. Inoltre, un articolo può essere scritto in buona fede; ma da dove ha preso il cronista le informazioni? Qual è stata la sua fonte originale? Era essa degna di fede, o le informazioni furono basate sul sentito dire? L’articolo contiene pregiudizi personali anziché fatti obiettivi?


C’è poi la tendenza di molti lettori a credere ciò che vogliono credere invece di ponderare l’evidenza. Così, se i fatti sono colorati da opinioni personali, pregiudizi, perfino errori, quelli che preferiscono credere a tale punto di vista possono ansiosamente accettarlo. Ma pensate voi che questa condotta sia saggia e sicura, e che contribuisca al bene personale?


D’altra parte, si può credere che una certa cosa sia giusta, e può esserlo realmente, ma se, a sostenere tale credenza, si afferma l’evidenza che ha un debole fondamento che in seguito sarà screditato, il risultato potrebbe essere un indebolimento della propria fiducia in qualche cosa che può in effetti esser vero.


Con tanta propaganda che oggi c’è nel mondo, è bene essere cauti. Quando leggete di cose importanti, analizzate i fatti accessibili. Chiedetevi: C’è un solido fondamento per ciò che si dice, o si tratta semplicemente di sentito dire? È la fonte degna di fiducia? Se l’evidenza è manchevole, attendete la conferma ulteriore.


Purtroppo, la società è piena di gente senza scrupoli che si approfitta di vittime innocenti. Pertanto, bisogna stare in guardia quando si parla dei Testimoni di Geova su Internet. Ma fino a che punto possono essere obiettive e favorevoli alla verità dei fatti quelle persone che, invece di consultare esperti imparziali, si basano su informazioni fornite da esponenti di un’altra religione o da organizzazioni antisette sulla cui imparzialità vi sono seri dubbi? Ricordate, queste cose possono essere spinte alla critica dal fatto che vedono assottigliarsi il proprio gregge o nel caso delle organizzazioni antisette dal fatto che nutrono pregiudizi nei confronti dei testimoni di Geova. Il quotidiano che ha definito i testimoni di Geova “la più pericolosa di tutte le sette”, ad esempio, ammetteva che le sue fonti erano “gli esperti di un’altra religione”. Inoltre, una rivista francese faceva notare che la maggioranza degli articoli che avevano a che fare con presunte sette provenivano da organizzazioni antisette. Vi sembra il modo più imparziale per ottenere informazioni obiettive?

Gli studiosi hanno sempre ragione?


Per quanta conoscenza abbiano, e di qualsiasi campo si tratti, gli esperti possono avere idee contrastanti, e opinioni mutevoli. Prendiamo ad esempio, il dibattito attualmente in corso nella scienza medica su un oggetto fondamentale come le cause delle malattie. Coloro che seguono la cosiddetta dottrina determinista credono fermamente che i geni abbiano un ruolo decisivo nella predisposizione a certe malattie. Altri, invece, sostengono che l’ambiente e lo stile di vita siano i fattori che più contribuiscono alle malattie dell’uomo. Un fatto interessante è che, entrambe le parti citano prontamente studi e statistiche a sostegno della loro tesi. Nondimeno il dibattito va avanti. A chi dobbiamo credere?


È stato dimostrato ripetutamente che i pensatori più famosi erano in errore, anche se all’epoca ciò che insegnavano sembrava inconfutabile. Il filosofo Bertrand Russel [6] definisce Aristotole uno dei “più influenti tra tutti i filosofi”. Tuttavia fa anche notare che molte dottrine di Aristotole erano “interamente false”. “In tutta l’epoca moderna”, scrive, “quasi ogni progresso nella scienza, nella logica o nella filosofia, si è dovuto compiere sotto forma di opposizione alle teorie di Aristotole”.


Ebbene, anche se troviamo studiosi intelligenti che fanno tesi e ragionamenti complessi, approvati dalla maggioranza o da parlamentari famosi, non significa che abbiano necessariamente ragione. Per esempio, a volte, sentiamo di donne che vengono violentate o molestate nel posto di lavoro dai loro superiori. Anche un bambino saprebbe chi ha torto e chi ha ragione in questo caso. È anche vero però che se il violentatore è seguito da un avvocato che sa il fatto suo può vincere la causa presentando al giudice tesi apparentemente logiche per incastrare la donna lesa. Potrebbe ad esempio insinuare che lei portava la minigonna e scolature vertiginose; oppure che aveva un atteggiamento promiscuo. Così la donna passerebbe da vittima innocente a colpevole pagando persino una multa salata per danni morali per aver diffamato il suo superiore. Così succede con le ricerche sui testimoni di Geova. Molti cosiddetti studiosi fanno lo stesso gioco.


Se state facendo una ricerca sui testimoni di Geova, probabilmente, sarete rimasti colpiti dai persuasivi argomenti dell’elite intellettuale e probabilmente sarete stati intimiditi dalla sapienza che ostentavano. Dobbiamo ammettere che malgrado la loro mente brillante, i critici, gli studiosi e gli scrittori non hanno presentato tesi scientifiche sul tema “testimoni di Geova” e “raramente ci si trova di fronte a studi articolati e completi” disse Massimo Introvigne [7].


Arrivati fin qui, nasce la fatidica domanda: come faccio a capire la verità sui testimoni di Geova? “Evidentemente, per rispondere a questa domanda e a tante altre consimili è necessario essere imparziali, onesti, distaccati; è necessario saper valutare obiettivamente la realtà che si ha d’intorno; è necessario saper identificare la vera natura dei problemi. In breve, è necessario saper cercare e saper trovare la verità. Poiché la verità, è il punto di partenza di ogni azione intelligente; è il solo metro col quale si possano misurare con sufficiente esattezza uomini e avvenimenti; è l’unico mezzo che permette di evitare l’errore, la sconfitta e quindi l’amarezza delle conseguenze”. Questo è ciò che ha detto lo scrittore D. Bernazza [8]. Parlando della ricerca della verità, Bernazza aggiunse: “È inutile cercare la verità se la ricerca non è onesta... accettare una verità che sorprende e che sconcerta è tutt’altro che facile: per farlo occorre vera indipendenza, una buona dose di coraggio... per quanto possa sembrare strana a prima vista, è sempre e comunque un atteggiamento intelligente, accorto, conveniente.”

A cosa crede la maggioranza delle persone?


Se dobbiamo essere sinceri, dobbiamo dare ragione a quello che scrisse Sigmund Freud [9]: “Le folle non hanno mai provato il desiderio della verità. Chiedono solo illusioni, delle quali non possono fare a meno”. Come possiamo dargli torto?


Triste a dirsi, molte persone non sono in grado di valutare obiettivamente quello che sentono o quello che leggono; basti pensare a quelle persone che vivono in un paese dilagato da guerre e odio etnico. Un bel discorso da parte di Saddam serviva per agitare il suo popolo contro gli invasori. Bastavano 2 discorsi da parte di Arafat o da parte di qualche Imam religioso per dare il via all’intifada, basta una falsa notizia rosa su riviste scandalistiche per sporcare il nome di qualche personaggio famoso.


Questa è la triste realtà del mondo attuale:

“Molte persone sono molto sensibili alla forza magica delle parole, che hanno il potere sia di provocare nell’anima collettiva le tempeste più violente, sia di placarla” disse Freud, e poi aggiunge, “le persone danno sempre la preferenza al surreale rispetto al reale, l’irreale agisce su di esse con la stessa forza che il reale”.

Che dire di voi? Siete sensibili alla forza magica delle parole accettando tutto quello che alcuni scrittori dicono sui testimoni di Geova? Fatevi una ricerca personale e visitate alcuni siti che parlano dei testimoni di Geova e chiedetevi:

Chi sono gli autori? Sono consulenti esperti imparziali? Sono psicologi seri? Sono politici seri? Sono studiosi seri?

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NOTE:

[1] Premi e punizioni di Piero Angela- Ottobre 2000 Mondadori p. 83

[2] Newton (RCS periodici) n.6 Giugno 2000 p. 111

[3] Werner Bergmann nel suo articolo Nei meandri del pregiudizio su Psicologia contemporanea Gen. Feb. 1990 n. 97 p. 19.

[4] Potenza delle dicerie. Psicologia contemporanea Gen.-Feb. 1990 n. 97 p. 26 di Ralph L. Rosnow (rapresentante di spicco della psicologia americana.Insegna alla Temple University)

[5] Ibid.

[6] Storia della filosofia occidentale. Trad. di L. Pavolini. Mondadori Milano. 1984 p. 121 e 209.

[7] I Testimoni di Geova di Massimo Introvigne. Arnaldo Mondadori Editori. 1991 p. 9

[8] O si domina o si è dominati di Dario Bernazza, Editrice Partenone Roma 1989 p.9

[9] Psicologia delle masse e analisi dell’Io. Tascabili Economici Newton 1995 p. 26