La questione dell’Australia:

Qualche compromesso e coinvolgimento nello sforzo bellico?

Uno studio sociologico intitolato “Ulteriori informazioni sulla giustificazione della violenza”, pubblicato dall’Università del Michigan, afferma:

“Dal volgere del secolo i Testimoni di Geova hanno coerentemente mantenuto la loro posizione non violenta di ‘neutralità cristiana’ attraverso due grandi guerre mondiali e i successivi conflitti militari del periodo della ‘guerra fredda’”.

Identificando il motivo per cui i Testimoni rimangono neutrali, lo studio diceva:

“Gli insegnamenti dei Testimoni di Geova scaturiscono dalla loro convinzione che la Bibbia è l’ispirata parola di Dio”.

Alla luce di dichiarazioni come queste fatte da fonti imparziali, stupisce leggere accuse stucchevoli secondo le quali i Testimoni di Geova durante la seconda guerra mondiale non solo avrebbero fatto compromesso, rispetto alla loro conclamata neutralità politica nella Germania nazista ma addirittura avrebbero dato un appoggio aperto allo sforzo bellico in paesi dell’impero britannico. (Approfondimenti si possono trovare nel sito www.triangoloviola.it)


Secondo questi accusatori — che trovano spazio solo in internet dove “tutto è lecito” —, la ‘prova provata’ sarebbe contenuta addirittura nelle pubblicazioni a carattere storico dei Testimoni di Geova, come il libro “Proclamatori” (I Testimoni di Geova, proclamatori del Regno di Dio, pagina 640 e 641, edito in Italia dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova nel 1993 ). Alla redazione del sito TdgOnline preme capire come stanno veramente i fatti e pertanto, animati dallo spirito di Atti 28:22, siamo andati a controllare le fonti. La prova che dimostrerebbe la “colpevolezza” della Watch Tower Society sarebbe contenuta alle pagine 640, 641 del libro Proclamatori. La dichiarazione incriminata dice:

«Un problema analogo ci fu in Australia a partire dal 1938, e soprattutto mentre la Società era al bando (dal gennaio 1941 al giugno 1943). Per far fronte a quelli che sembravano bisogni validi, la filiale della Società si impegnò direttamente in diverse attività commerciali. Questo fu un grave errore. Avevano delle segherie, più di 20 “poderi del Regno”, un’officina meccanica, un panificio e altre imprese. Due tipografie commerciali fornirono la copertura per continuare a stampare le pubblicazioni della Società durante il bando. La coscienza di alcuni però era profondamente turbata. Anche se la maggioranza rimase fedele all’organizzazione, ci fu una stasi generale nell’opera di proclamare il Regno»

Ecco, secondo i nostri detrattori, la prova del compromesso. La stessa Watch Tower deve ammettere che per colpa sua i fratelli in Australia fecero compromesso. Interessante il commento che compare in alcuni siti Internet di nostri detrattori:

«I *fratelli* in generale quindi fecero compromesso, anche se solo la coscienza di *alcuni* fu turbata per questo. Pochi furono turbati, inizialmente, perché, secondo il comune modo di pensare dei TdG, se le imprese erano gestite alla Società, questo voleva dire che tutto doveva essere giusto e corretto.»

Avete notato l’insidia di questo commento? Si vuole fare credere:

1. che fu la Watch Tower a spingere i fratelli al compromesso e quindi al peccato;

2. che i Testimoni di Geova non possiedono una autonoma percezione di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato (percezione comunemente chiamata “coscienza”) che sarebbe stata soffocata dalla loro organizzazione. Per cui se la loro organizzazione dice che una cosa sbagliata è giusta ... quasi tutti i Testimoni diranno che è giusta perché privati di autodeterminazione e di capacità morale.


Noi vorremmo liquidare la “questione Australia” in due parole, non fosse altro per la capacità di pescare nel torbido e di torcere persino la storia da parte di costoro. Ma viste le implicazioni morali in atto, desideriamo fornire ai lettori del nostro sito una panoramica completa di ciò che avvenne in Australia durante la seconda guerra mondiale e la dimostrazione chiara che i Testimoni di Geova non sono marionette in mano ai loro “capi”.


Le parole citate dal libro Proclamatori si trovano nel contesto di un capitolo che ha come titolo: “Prove e vagliatura all’interno”. È un capitolo che mostra come l’opera di predicazione iniziata nel XX secolo dai Testimoni di Geova (in adempimento al passo biblico di Matteo 24:14) abbia incontrato ostacoli non soltanto dall’esterno ma anche dall’interno dei Testimoni di Geova stessi. Leggendo tutto il capitolo non si può restare che colpiti dall’onestà dell’Organizzazione dei Testimoni di Geova. Essa non cerca di nascondere nulla. Ma fatti interni e persino scomodi vengono raccontati con candore, il candore di chi è consapevole di aver fatto tutto in buona coscienza e di cercare sempre la guida di Dio.


Quindi, nel capitolo in questione, non ci troverete solo la questione “Australia”, ma molte altre “questioni” che possono fornire ai malevoli e maldicenti molto da scrivere. L’esperienza australiana si trova ad un preciso sottotitolo: “Dedicata unicamente alla diffusione del messaggio del Regno”. È un sottotitolo che vuole spiegare la convinzione dei Testimoni di Geova secondo la quale, per avere la benedizione di Dio, l’organizzazione deve essere unicamente dedicata alla diffusione del messaggio del Regno e non farsi distrarre da altro. Infatti a pagina 640 leggiamo: “Per continuare ad avere il favore di Geova l’organizzazione deve dedicarsi esclusivamente all’opera che la sua Parola comanda per i nostri giorni: la predicazione della buona notizia del Regno di Dio. (Matt. 24:14)” Il commento successivo mostra come alcuni, con posizioni di rilievo dentro l’organizzazione, non tennero fede a questo mandato.


A questo punto potremmo anche fermarci. In fondo leggiamo una pubblica ammissione di errore e gli immediati provvedimenti presi per correggere una situazione che si considera errata. Ma i nostri critici non amano la sincerità. Vogliono leggere tra le righe ciò che le righe non contengono. Vorrebbero perciò dirci che fu la Watch Tower a fare peccare i suoi aderenti e che costoro lo fecero fidandosi ciecamente.


In realtà i fatti sono molto diversi. La questione risale a prima della seconda guerra mondiale. Nel 1938 J.F. Rutheford visitò l’Australia per esaminare la questione di alcune lamentele in relazione ad attività commerciali dei fratelli della filiale. L’Annuario del 1984 riferisce: “Si convinse che queste cose non danneggiavano la predicazione della buona notizia e lodò il fratello MacGillivray per la sua iniziativa. In seguito però queste attività finirono per creare problemi e difficoltà”. Agli inizi della seconda guerra mondiale l’opera dei Testimoni di Geova fu messa la bando in Australia. Le attività commerciali iniziate anni prima, e che durante la guerra erano servite per promuovere l’opera, avevano finito per influire sullo spirito dei fratelli. L’annuario prosegue: “Le attività commerciali dei precedenti cinque anni cominciavano a far sentire il loro peso. Negli anni della guerra e nel periodo del bando erano stati provveduti con esse i mezzi di sostentamento a molti ex pionieri che a causa del bando non avevano potuto svolgere il servizio continuo. L’organizzazione però si era spinta troppo in là creando delle imprese commerciali, e la cosa aveva turbato molti fratelli”.


In che senso ci si era spinti troppo in là?


La filiale australiana della Watch Tower gestiva, da prima della guerra, “delle segherie, più di 20 ”poderi del Regno”, un’officina meccanica, un panificio e altre imprese.” Non era coinvolta in nulla che riguardasse la guerra e lo sforzo bellico. Al massimo si potrebbe trovare da ridire sul fatto che un ente religioso gestisca delle attività commerciali. E infatti questo non era giusto. Ma il libro Proclamatori dice: “..alcune attività commerciali indussero i fratelli a violare la neutralità cristiana, con il pretesto di provvedere i fondi e mantenere i pionieri durante il bando” (pag. 641). E qui notiamo tutta la faziosità dei nostri detrattori e critici. Invece di apprezzare l’onestà dei Testimoni di Geova nel parlare delle loro verità “scomode” giocano sul significato delle parole cercando di indurre l’incauto lettore dei loro siti a pensare che i Testimoni di Geova fabbricassero armi o altri supporti per i militari. Il loro commento, privo di riscontri storici

“Molti TdG ritenevano quindi l’Organizzazione direttamente responsabile dei compromessi avvenuti”.

Ma, ad oggi 30.12.2003, nessuno dei nostri detrattori ha evidenziato quali fossero queste attività scandalose intraprese dai Testimoni di Geova in quegli anni. Sapete quali furono queste attività che ci portarono a fare “compromesso”? Ve lo diciamo noi.


Si tratta di “segherie, più di 20 ”poderi del Regno”, un’officina meccanica, un panificio e altre imprese”. Le altre imprese altro non sono che “Army canteens” . E qui veniamo al punto.


Secondo i nostri oppositori (che forse masticano l’inglese dei Chewingum) le “army canteens” sarebbero niente di meno che “depositi di armi” e invece altro non sono che dei “bar” o degli “spacci” gestiti da civili (nel nostro caso da alcuni Testimoni di Geova) nei quali si recavano i soldati e i militari in genere. Per i Testimoni di Geova questa era una violazione della neutralità cristiana. Essi, a differenza delle chiese che parlano di pace ma non esitano a collaborare realmente con gli sforzi bellici, considerano con scrupolo la propria posizione davanti a Dio e vogliono evitare ogni forma di collaborazione con la guerra, persino fornire un cappuccino ai militari.


Alla luce di quanto sopra stupisce leggere considerazioni del tipo:

“I TdG non fecero altro che seguire le direttive dell’Organizzazione e lavorarono nelle imprese costituite con l’autorizzazione della Watch Tower”.

oppure

“I principali responsabili degli errori commessi furono quindi i Dirigenti del Movimento”.

Non si tratta di collaborazione “reale” con la guerra né di una istigazione al peccato, come vorrebbero farci credere. Si tratta semplicemente di un temporaneo sbandamento in attività commerciali non in armonia con gli scopi statutari dell’Organizzazione dei Testimoni di Geova. Nulla di grave che possa comportare una partecipazione “diretta” alla guerra (e quindi allo spargimento di sangue) o un sostegno aperto allo sforzo bellico nazionale.


Alla luce di quanto sopra stupisce vedere come gli oppositori sottolineino il contenuto della Risoluzione adottata on Australia come se si fosse ammesso di aver sganciato la Bomba di Hiroshima o di aver bombardato Dresda. La Risoluzione presentata dal presidente della Watch Tower di allora, N.H.Knorr usa un linguaggio forte, carico di sentimenti. Per esempio si legge:

«...desideriamo confessare ... che durante la seconda guerra mondiale abbiamo contribuito in vari modi con le nostre mani alle ingiustizie di questo mondo in guerra; abbiamo impiegato vari beni del consacrato popolo di Dio in attività che ora comprendiamo facevano parte della propaganda e dello sforzo bellico, venendo meno in tal modo alla neutralità di tutti i seguaci delle orme di Cristo Gesù che erano nel mondo ma non autorizzati a farne parte. Questo, come ora comprendiamo chiaramente, non ha avuto la benedizione di Geova. ... Non vogliamo scaricare la colpa di questa condotta su qualcuno in particolare, ma desideriamo umilmente ammettere una responsabilità comune in questa faccenda qui in Australia».

Come comprendiamo, si tratta sì di una ammissione di colpevolezza ma non per “spargimento di sangue” (colpa di cui si macchiarono le chiese della cristianità) ma per non aver osservato una stretta neutralità. In realtà si tratta di un linguaggio, se vogliamo un pò ampolloso e tipico di una certa retorica religiosa, ma che non dice ciò che vorrebbero fargli dire i nostri oppositori. Nessun testimone di Geova australiano aveva ucciso il proprio prossimo o fabbricato una bomba. Avevano fatto compromesso in una forma che molti giudicherebbero lecita ma che per l’etica cristiana dei Testimoni di Geova era ed è errata. Ecco la motivazione della richiesta di perdono a Geova.


Dobbiamo anche calarci nel contesto storico in cui vivevano i Testimoni di Geova nel periodo della Il Guerra Mondiale. Quando nel 1939 uscì l’articolo della Torre di Guardia dal titolo “Neutralità”, in cui si spiegava chiaramente che a motivo della sottomissione a Geova Dio e al Re Messianico i cristiani non potevano invischiarsi nei conflitti del mondo, tutte le implicazioni relative la neutralità cristiana non potevano essere comprese. Per esemplificare: mentre si poteva capire che imbracciare un fucile e fabbricare una bomba avrebbero costituito una chiara violazione della neutralità, lo stesso non si poteva dire del cucire una divisa militare o preparare un thè alle truppe in licenza. Solo dopo aver osservato la stretta neutralità dei fratelli tedeschi che rifiutarono persino di cucire le stellette militari sulle divise, i Testimoni di Geova poterono comprendere tutto ciò che comporta essere neutrali. Questo spiega perché nel 1939 aprire un bar o uno spaccio militare non era visto come un compromesso ma lo divenne in seguito.


Anche questa situazione mette in luce non solo la verità storica ma anche le motivazioni che muovono coloro che la leggono. E’ vero ciò che scrisse Montanelli, nel suo libro “Solo un giornalista”, che non esiste una verità storica che sia tale ma solo una interpretazione, più o meno fedele, della storia. Noi, leggendo la storia dei Testimoni di Geova in Australia vediamo quella di uomini e donne fedeli che fecero l’errore di confondere l’opera di Dio con aspetti commerciali (pensando che con tali attività si potesse finanziare l’opera stessa) e che alla fine della guerra ebbero il coraggio di ammettere “pubblicamente” i loro sbagli.


L’onestà e la sincerità mostrata non possono fare altro che rallegrarci e stimolarci nell’essere risoluti mentre si serve Dio. Dispiace osservare faziosità e animosità in chi vuole interpretare i fatti della storia unicamente per gettare ombre e oscurare la conoscenza del Sovrano Universale Geova Dio.