CRISTIANESIMO E OMOSESSUALITÀ: I testimoni di Geova sono omofobi?

BIBBIA E RELAZIONI GAY: UNO SGUARDO ALLE RELIGIONI MAGGIORI


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BIBBIA E RELAZIONI GAY: UNO SGUARDO ALLE RELIGIONI MAGGIORI

Le conseguenze sul piano pratico sono inevitabili: tutte le grandi religioni che tengono la Bibbia in conto di rivelazione divina, leggendo in essa una chiara disapprovazione dell’omosessualità (intesa come atto materiale), almeno a parole [NOTA 1] la riprovano.

Bibbia, ermeneutica ed etica:

cattolici e ortodossi

Ciò sarà chiaro da un rapido sguardo ai tre ceppi della cristianità, il Cattolicesimo, le Chiese Ortodosse ed il Protestantesimo. Completano il quadro l’Ebraismo e l’Islam, che reputano la Bibbia, o almeno una parte di essa, come testo sacro. Di seguito si riporta una sintesi della posizione ufficiale (ove esistente) di tali religioni nei riguardi dell’omosessualità.

La nota contrarietà ‘nominale’ del CATTOLICESIMO rispetto ai rapporti gay deriva, oltre che da considerazioni di ordine teologico e antropologico, di nuovo dalla Bibbia. Ciò è chiaramente premesso sin dal Catechismo:

2357 L’omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un’attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, 238 la Tradizione ha sempre dichiarato che «gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati». 239 Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.

Da cui l’obbligo, per i fedeli cattolici con tendenze omosessuali, di vivere in castità (art. 2359). La nota (238) chiama in causa, oltre a Genesi 19, gli scritti paolini di Romani 1:24-27, 1 Corinti 6:9-10 e 1 Timoteo 1:10; per la Chiesa Cattolica il fondamento scritturale di tale posizione poggia comunque, prima ancora che sulle infiammate invettive di S.Paolo, sui principi esposti nelle primissime pagine della Scrittura: ad esempio Genesi 1:22 (‘Siate fecondi e moltiplicatevi’), che affida alla famiglia umana il compito della perpetuazione della vita attraverso il sesso, e Genesi 1:27 (‘Dio li creò maschio e femmina’).

Le interpretazioni alternative dei passi biblici di cui si è discusso nel capitolo precedente non trovano terreno fertile negli insegnamenti ufficiali della Chiesa. La Congregazione per la Dottrina della Fede ha osservato che «esiste un’evidente coerenza all’interno delle Scritture stesse sul comportamento omosessuale. Perciò la dottrina della Chiesa su questo punto non è basata solo su frasi isolate, da cui si possono trarre discutibili argomentazioni teologiche, ma piuttosto sul solido fondamento di una costante testimonianza biblica[NOTA 2]

Il Magistero ordinario della Chiesa è dunque risolutamente schierato contro la pratica dell’omosessualità; ed è anche troppo facile riscontrare dichiarazioni di ecclesiastici, di vario grado gerarchico, che si ricollegano alla Bibbia per deplorarla. Ne riportiamo qualcuna (I commenti dei rappresentanti della Chiesa Cattolica elencati in questo articolo non costituiscono pronunciamenti del magistero ufficiale. Ad ogni modo, queste autorità ecclesiastiche hanno comunque una rilevante influenza sul pensiero dei fedeli contribuendo a plasmarne la mentalità – ndr):

‘La Tradizione della Chiesa – e questa comprende non solo il magistero dei papi e dei vescovi, ma anche l’autorevole opinione dei Padri, dei Dottori e dei santi- è stata unanime nel condannare l’omosessualità come peccato gravissimo. Offro una velocissima carrellata di citazioni bibliche e di santi a tale riguardo. Nell’Antico Testamento il libro del Levitico afferma: “Non accoppiarti con un maschio come si fa con la donna: è cosa abominevole”(18,22). San Paolo nella prima lettera ai corinzi dichiara: “ Non illudetevi! Né i fornicatori, né gli idolatri, né gli effeminati, né i sodomiti erediteranno il Regno di Dio”(1Cor.,6,9-10).’ – don Marcello Stanzione, sacerdote, rifondatore della Comunità della Milizia di San Michele Arcangelo. [NOTA 3]

‘Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia. Il matrimonio è santo, mentre le relazioni omosessuali contrastano con la legge morale naturale. Nella Sacra Scrittura le relazioni omosessuali sono condannate come gravi depravazioni (cf. Rm 1, 24-27; 1 Cor 6, 10; 1 Tm 1, 10)’ – Raffaello Martinelli, vescovo di Frascati, membro della Congregazione delle Cause dei Santi. [NOTA 4]

San Paolo afferma che alcune categorie di peccatori non entreranno nel Regno dei Cieli: ” tra queste ci sono appunto i sodomiti. Quello di San Paolo é un avvertimento oggettivo, insomma fate attenzione perché seguendo quella via correte il rischio della esclusione”.’ – Serafino Sprovieri, arcivescovo emerito di Benevento. [NOTA 5]

L’ex presidente del Pontificio consiglio per la pastorale degli operatori sanitari, ora in pensione ma tuttora membro di varie congregazioni pontificie, ha citato in proposito un passaggio della Lettera di San Paolo ai Romani, capitolo primo, versetti 26 e 27, dove si parla di persone “impure” abbandonate a “passioni infami”, martirio di coloro che hanno “disprezzato la conoscenza di Dio”.’ – Javier Lozano Barragán, arcivescovo messicano, Presidente Emerito del Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari. [NOTA 6]

CHIESA CATTOLICA ORTODOSSA: ancora una condanna, e ancora una condanna ingenerata “anche” (sebbene non “soltanto”, come nel caso dei cattolici) dalle Scritture. Valgano per tutti i seguenti passi dei Fondamenti della concezione sociale, Documento del Concilio Giubilare dei Vescovi della Chiesa Ortodossa Russa (2000):

XII.9. La sacra Scrittura e l’insegnamento della Chiesa deplorano inequivocabilmente i rapporti omosessuali, vedendo in essi un vizioso stravolgimento della natura umana creata da Dio. «Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio» (Lv 20,13). La Bibbia narra del terribile castigo che Dio inflisse agli abitanti di Sodoma (Gn 19,1-19), secondo l’interpretazione dei santi padri, proprio per il peccato di sodomia. L’apostolo Paolo, nel descrivere la condizione morale del mondo pagano, colloca i rapporti omosessuali tra le «passioni più infami» e le «impurità» che disonorano il corpo umano: «Le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento» (Rm 1,26-27). «Non illudetevi… né effeminati, né sodomiti… erediteranno il regno di Dio», scrive l’Apostolo agli abitanti della corrotta Corinto (1 Cor 6,9-10).

La Bibbia come ispiratrice della condanna

alla condotta omosessuale

L’enorme diversificazione delle odierne derivazioni luterane non consente di presentare una interpretazione biblica unitaria del PROTESTANTESIMO. È risaputo, poi, che la posizione di molte confessioni riconducibili a questo ceppo sia di tolleranza o anche di aperta approvazione dello stile di vita gay (avviene, in varia misura, fra valdesi, anglicani e metodisti). Rimangono comunque innumerevoli i leader protestanti che hanno rimarcato il verdetto di condanna che si può evincere dalle Scritture, come esemplificato di seguito.

“Noi riteniamo che il dato biblico sull’argomento è insuperabile; vale a dire che alla luce di quanto emerge dalle Scritture l’omosessualità non può essere ritenuta una condizione lecita. La nostra comprensione della Bibbia e l’esperienza delle nostre chiese ci inducono a credere che l’omosessualità è una condizione suscettibile di cambiamento e pertanto noi crediamo che per la grazia di Dio e attraverso l’incoraggiamento della comunità di fede un individuo possa vivere in armonia con i principi della Parola di Dio.” – Remo Cristallo, pastore pentecostale. [NOTA 7]

La legge morale di Dio condanna l’omosessualità di qualsiasi tipo: “Non avrai relazioni carnali con un uomo, come si hanno con una donna: è cosa abominevole. …Se uno ha relazioni carnali con un uomo come si hanno con una donna, ambedue hanno commesso cosa abominevole; saranno certamente messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro” (Levitico 18:22; 20:13). Gli apologeti dell’omosessualità cercano di eludere le affermazioni chiare e non ambigue della legge di Dio torcendo la Scrittura con sofismi e varie giustificazioni. […] Le argomentazioni in favore dell’omosessualità non sono altro che pietose scuse per giustificare un comportamento che Dio odia e che chiaramente condanna: “Non sapete voi che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non v’ingannate: né i fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né gli omosessuali, né i ladri, né gli avari, né gli ubriaconi, né gli oltraggiatori, né i rapinatori erediteranno il regno di Dio” (1 Corinzi 6:9,10). L’omosessualità era condannata da Dio secoli prima che venisse promulgata la legge (ad es. Genesi 19). Essa è esplicitamente condannata dalla legge di Dio (Levitico 18:22; 20:13).” – rev. Brian Schwertley, della Chiesa Presbiteriana Riformata. [NOTA 8]

La fornicazione, in greco porneia, ha varie manifestazioni e una delle peggiori è proprio l’omosessualità, di cui parla Levitico, 18:22: “Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole” e nel capitolo 20:13, aggiunge: “Se uno ha con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna, tutti e due hanno commesso una cosa abominevole…“. […] La Parola di Dio non cambia mai. La Sacra Bibbia è sempre la stessa e quello che in essa è scritto è l’unica verità. Anche se la società considerasse accettabile questo male, Dio non ha cambiato opinione e neppure noi che siamo di Cristo la dobbiamo cambiare. Nella lettera ai Romani, 1:18, è scritto: “L’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l’ingiustizia“. Dio è contro l’ingiustizia e il peccato. La Parola di Dio considera il rapporto carnale tra maschi un atto “infame”. L’apostolo Paolo scrive: “Dio li ha abbandonati a passioni infami: infatti le loro donne hanno cambiato l’uso naturale in quello che è contro natura; similmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri commettendo uomini con uomini atti infami” (Romani, 1:26,27). Come è stato detto, in Levitico viene definito addirittura un atto “abominevole” agli occhi di Dio. Da quanto abbiamo letto possiamo capire in quali terribili condizioni spirituali si trova chi fa queste cose.” – pastore Veglio Jugovac, Chiesa Cristiana Evangelica. [NOTA 9]

Degno di nota anche questo riferimento alla Chiesa d’Inghilterra, riportato dalla Watch Tower nel 1980:

Il tanto discusso rapporto intitolato Homosexual Relationships della Chiesa d’Inghilterra fa questi commenti: “Con l’espressione ‘contro natura’ Paolo intende ciò che è ‘contro natura’ per l’umanità nel divino modello della creazione. Il comportamento omosessuale è in ogni caso una deviazione dal disegno creativo di Dio e, per usare le parole di uno scrittore, ‘nel contesto della creazione, tutte le relazioni omosessuali sono relazioni contro natura’”.

Il rapporto termina dicendo: “Le prove disponibili sembrano indicare chiaramente una condanna del comportamento omosessuale. Per molti la cosa si conclude così. Sosterranno che la Bibbia indica così chiaramente che Dio disapprova tale comportamento che dev’essere errato in ogni circostanza, e specialmente per i cristiani, i quali accettano la Bibbia come raccolta ispirata di scritti che fornisce autorevoli consigli per la condotta dell’uomo”. – Svegliatevi! dell’8/11/1980 pag.23.

Il giudizio degli attuali EBREI in tema di omosessualità è ovviamente mutuato dalla Torah (il pentateuco, che include la legge mosaica) ed è quindi di netta contrapposizione; il già citato passo di Levitico 18:22 recita: “Non avrai con [zachar] relazioni come si hanno con donna: è [to’eva]”. Zachar allude ad un individuo di sesso maschile. To’eva è tradotto come ‘abominio’, o, secondo un’altra lettura, come contrazione di un gruppo di parole ebraico che significano ‘deviazione da ciò che è naturale’. Come nei testimoni di Geova, il verdetto è riservato all’atto corporale (rapporti sodomitici) più che all’inclinazione omosessuale. A parte isolati tentativi di una diversa esegesi del brano, e malgrado l’esistenza di correnti, in seno al moderno ebraismo, improntate ad un certo ‘ammorbidimento’ nei confronti dei gay (un ammorbidimento ispirato a ‘comprensione’ e, non di rado, preliminare ad un percorso riabilitativo della persona omosessuale), la condanna dell’omosessualità è universalmente riconosciuta come imperativo divino.

Oltre al Corano, che proibisce apertamente l’omosessualità (ad esempio nella Sūrat al-Naml, 55, e nella Sūrat al-Ankabut, 28), l’ISLAM giudica divinamente ispirata la Torah (il pentateuco, comprensivo dei summenzionati brani di Genesi e Levitico) e credono Mūsā (Mosè), che ne è considerato lo scrittore umano, un profeta. Si può quindi ribadire quanto già osservato a proposito dei passi di Genesi e Levitico.

In questo che appare come un quadro sostanzialmente uniforme, è ben difficile bollare come ‘fondamentalista’ la lettura biblica dei testimoni di Geova in tema di omosessualità, cioè come se ne costituisse un aspetto peculiare. Esula dagli scopi di questa trattazione l’esprimere un giudizio di merito su tale condanna, nei riguardi della quale (da non testimoni di Geova, da non cristiani, da non credenti, da laici, da atei, come pure da cristiani e credenti ‘sui generis’) si possono evidentemente avere le opinioni più disparate. Ad esempio, anche riconoscendo il fatto che la Bibbia deplori lo stile di vita gay, si può dubitare che essa sia effettivamente l’espressione del pensiero divino. I testimoni di Geova però ne sono fermamente convinti; credono che le Scritture rivelino il pensiero e la visione delle cose di Dio in tutti gli aspetti della vita, anche e soprattutto in campo morale.

Una posizione chiaramente spiegata

ai futuri testimoni di Geova

Pertanto, il rifiuto della pratica omosessuale nella fede dei testimoni di Geova, lungi dall’essere una presa di posizione moralistica o reazionaria, deriva dal rispetto che essi mostrano per le Sacre Scritture come espressione della volontà divina. [NOTA 10] È impossibile essere o diventare testimoni di Geova senza avere le idee chiare sulla liceità degli atti omosessuali, come è impossibile esserlo o diventarlo senza riporre piena fiducia nella Bibbia. Ergo, le critiche mosse a tale rifiuto (analoghe a quelle mosse alla maggioranza delle religioni della cristianità), trovando puntuale confutazione nell’autorità scritturale, risultano artificiose e impalpabili; oppure, secondo un differente punto di vista, dovrebbero essere piuttosto re-direzionate allo scopo di minare l’assunto iniziale di ispirazione divina del testo sacro. [NOTA 11] Oltre a ciò, i testimoni rivendicano il diritto individuale di possedere, e di affermare, le proprie convinzioni anche quando esse risultino impopolari o fuori moda:

Se qualcuno ti chiede: “Cosa pensi degli omosessuali?”

Potresti rispondere: “Non ce l’ho con gli omosessuali, ma non trovo giusto quello che fanno”. Ricorda: se segui la legge morale della Bibbia scegli uno stile di vita, ed è tuo diritto farlo. (Giosuè 24:15) Non vergognarti delle tue idee. — Svegliatevi! 12/2010, pag.22, 23, articolo “I giovani chiedono – Come faccio a spiegare il punto di vista della Bibbia sull’omosessualità?” [NOTA 12]

Il ‘no’ alla condotta omosessuale è da sempre parte integrante dell’identità cristiana dei testimoni di Geova. Esemplare per limpidezza ed incisività è anche la seguente dichiarazione:

Un tribunale ecclesiastico protestante ha votato a favore del diritto di una chiesa di “eleggere un omosessuale dichiarato come anziano del proprio consiglio direttivo”, riporta il periodico Christian Century. Certi teologi sostengono addirittura che la fede in Gesù non sia essenziale per la salvezza. Credono che ebrei, musulmani e altri “possano avere le stesse probabilità [dei cristiani] di andare in cielo”, riferisce il

New York Times. Immaginate un marxista che si batta a favore del capitalismo o un democratico che proponga la dittatura o un ambientalista che sostenga la deforestazione. “Un individuo del genere non può essere veramente marxista né democratico né ambientalista”, direte, e a ragione. Eppure, se considerate la diversità di vedute fra coloro che oggi si definiscono cristiani, troverete opinioni diametralmente opposte e spesso in contrasto con gli insegnamenti del Fondatore del cristianesimo, Gesù Cristo. Cosa fa pensare questo circa il tipo di cristianesimo che professano?Torre di Guardia dell’1/6/00 pag. 3.


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Note in calce

[NOTA 1] L’interessante articolo “La cristianità segue le orme di Canaan” nella Svegliatevi! del 22/1/89, a partire da pag. 7, getta uno sguardo, di portata interconfessionale, sulla differenza fra teoria e realtà in quanto alle posizioni ufficiali sulla questione gay.

[NOTA 2] “Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali”, dalla Sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, 1° ottobre 1986, approvata da Papa Giovanni Paolo II; in calce la sottoscrizione dell’allora cardinale Joseph Ratzinger.

[NOTA 3] “IL GAY PRIDE DI ROMA E LA CARNEVALATA BLASFEMA SU CRISTO E LA MADONNA”, da Pontifex.Roma. Nello stesso articolo, don Stanzione cita anche le testimonianze vari padri della Chiesa: Bernardino, Agostino di Ippona, Giovanni Crisostomo, Pier Damiano, Tommaso d’Aquino, Caterina da Siena.

[NOTA 4] “La Chiesa Cattolica come considera le relazioni omosessuali?”, da Zenit – il mondo visto da Roma, articolo on-line ZI07022215 del 22/02/2007.

[NOTA 5] “I trans sono un’offesa alla natura umana e a Dio. Rischiano la dannazione eterna, vanno contro il progetto di amore”, da Pontifex.Roma.

[NOTA 6] “Gay e trans, Paradiso vietato”, da TGCOM Mondo, articolo on-line del 02/12/2009.

[NOTA 7] “La benedizione delle coppie omosessuali: un parere pentecostale”, dal sito www.nuovapentecoste.it.

[NOTA 8] Dal sito riforma.net, articolo “Omosex”.

[NOTA 9] “La fornicazione omosessuale”, dal sito vitacristiana.it.

[NOTA 10] Due articoli della rivista Svegliatevi! (08/12/76), vecchi ma singolarmente attuali in rapporto alla loro età, riportano annotazioni vivaci (e talvolta crude e taglienti) di carattere fisiologico, sociologico e psicologico sul mondo omosessuale, con molte interviste a gay dichiarati. La serie di articoli esordisce fra l’altro con queste acute avvertenze “Bisogna vedere il mondo degli omosessuali proprio per quello che è: un mondo a sé, una cultura o modo di vivere tutto particolare. Non si tratta solo di preferenze sessuali. Chi è estraneo a questo mondo può capirlo solo parzialmente”.

[NOTA 11] Come puntualmente registrato dai redattori della Watch Tower, alcuni ecclesiastici, specie di matrice protestante, hanno in effetti scelto la via di ridimensionare il peso dell’autorità scritturale (e si noti che ciò risulterebbe superfluo, se si riuscisse a dimostrare che la Bibbia affermi ‘altro’ rispetto a quanto appare ovvio ad una prima lettura dei brani contro l’omosessualità). Ad esempio:

“Nel 1990 la rivista sudafricana You ha citato un eminente ministro anglicano che avrebbe detto: “Le Scritture non sono vincolanti in eterno. . . . Credo che ci saranno dei cambiamenti nell’atteggiamento e nella politica della chiesa nei confronti degli omosessuali” (Torre di Guardia dell’1/7/96, pag. 6).

“Alcuni anni fa il vescovo episcopaliano John S. Spong disse: “Dobbiamo . . . abbandonare l’idea che noi abbiamo la verità e che gli altri devono accettare il nostro punto di vista, e dobbiamo ammettere che la verità ultima è inconoscibile”. Il relativismo di Spong, come quello di moltissimi ecclesiastici moderni, è pronto ad abbandonare gli insegnamenti morali della Bibbia in favore della filosofia dell’“ognuno faccia quello che gli pare”. Per esempio, nel tentativo di aiutare gli omosessuali a sentirsi più “a loro agio” nella Chiesa Episcopale, Spong scrisse un libro in cui asseriva che l’apostolo Paolo era omosessuale!” (Torre di Guardia dell’1/7/95 pag. 4).

““Padre” Henry Fehren dice nella rivista U.S. Catholic che le vedute antiomosessuali sono state “basate su errate interpretazioni di versetti biblici isolati scritti per un’altra epoca e un’altra cultura”. Alle sue parole fanno eco quelle di Günther Hintze, sacerdote evangelico luterano di Augustenborg, in Danimarca: “La veduta della Bibbia a questo proposito non può avere nessuna validità per noi d’oggi”.” (Torre di Guardia dell’1/2/75 pag. 67).

“Disse il vescovo episcopaliano Brooke Mosley: “Il nostro intendimento della moralità cristiana ha superato di gran lunga le leggi del Vecchio Testamento . . . e gli editti di S. Paolo”.” (Torre di Guardia del 1/12/73, pag. 709)

“Negli Stati Uniti una commissione della Chiesa Luterana ha redatto un documento di 21 pagine da sottoporre all’esame dei 19.000 pastori della chiesa. Secondo l’Associated Press, questo documento afferma che la Bibbia approva le unioni omosessuali”. (Svegliatevi! 22/3/94, pag. 28)

“L’arcivescovo di Canterbury privò gradualmente di efficacia la dichiarazione di Gesù fino a riformularla così da fare spazio agli omosessuali nella chiesa di Cristo, ed ecco cosa ne venne fuori: ‘In questo tabernacolo terreno della chiesa di Cristo ci sono molte dimore, e nessuno di quelli che ci abitano è senza peccato’. (Confronta Giovanni 14:2). In sostanza quindi diceva: ‘Non scagliate la prima pietra contro nessuno, nemmeno contro gli omosessuali, poiché nella chiesa di Cristo c’è una dimora anche per loro’. Il ragionamento del vescovo di Chester, Michael Baughen, fu che “il greco del Nuovo Testamento giustificava la nuova enunciazione della dottrina anglicana per esprimere ‘amore, tristezza, sensibilità e comprensione’ verso gli omosessuali”, e che nella Scrittura l’omosessualità era biasimata solo come “allontanamento dalla via”. (Svegliatevi! 22/1/89, pag.9)

“Un gruppo di esperti in materia di sessualità che opera per conto della Chiesa Unita del Canada ha pubblicato la scorsa primavera un rapporto che incoraggia la chiesa ad assumere un atteggiamento “contestuale” nei confronti della moralità. Il rapporto di cento pagine suggerisce fra l’altro che […] si dovrebbe permettere agli ‘omosessuali maturi’ di diventare ministri. Cos’è dunque che rende corretta una relazione sessuale? Secondo il gruppo di esperti, dev’essere ‘creativa e liberatoria, di reciproco sostegno, socialmente responsabile e piacevole’, cose che, a giudizio dei partecipanti, si realizzano in quasi ogni atto sessuale. Parlando a favore del rapporto un portavoce ha detto che la “moralità sessuale deve stare al passo con le scienze sociali” perché “Dio ci parla per mezzo di esse come per mezzo della Bibbia”. (Svegliatevi! 22/3/81, pag. 24)

“Il saggio sottoposto dal gruppo dei quaccheri afferma: “A lui [all’apostolo Paolo], principalmente, si rivolgono quelli che vogliono denunciare gli omosessuali, poiché non può esserci nessun dubbio sulle vedute da lui scritte. (I Cor. 6, v. 9) Le sue opinioni, comunque, potevano essere personali, . . . così che le vedute di S. Paolo non sono, in se stesse, decisive”” (Svegliatevi! dell’8/10/72 p. 20).

[NOTA 12] In questa citazione, grassetto e corsivo sono riprodotti come nella fonte originale.