La Watch Tower e la Rand Cam

(2^ Parte)

La forza di una non–notizia


Ci siamo già occupati della faccenda Rand Cam nella I parte di questo articolo. Secondo una tesi assurda quanto infamante, la Watch Tower Society sarebbe socia dal 1996 della Rand Cam Company (ora assorbita dalla Regi) che avrebbe ideato un motore rivoluzionario poi acquistato dai militari americani... e quindi la nostra organizzazione risulterebbe coinvolta in un militarbusiness.


Nel precedente articolo abbiamo approfondito la questione dimostrando come se da un lato fosse vero che il proprietario della Rand Cam avesse deciso di donare il 50% delle azioni (senza diritto di voto) alla Watch Tower Society, dall’altro lato è anche vero che:


  • non venne comunicato nulla alla Watch Tower Society

  • nel 2002 la Watch Tower, venuta a conoscenza dell’accaduto, provvide a cancellare la sua partecipazione azionaria

  • la Watch Tower non percepì neppure un dollaro né sottoforma di contribuzioni né di dividendi né di utili azionari


Secondo il nostro parere la questione è stata sufficientemente approfondita. Comunque alcuni lettori avendo letto articoli su altri siti, hanno formulato alcuni quesiti. Li riassumiamo in breve:



  1. Sia nel nostro articolo che in quello dei nostri detrattori si dice che alla Watch Tower Society furono intestate delle “azioni” (inglese “shares”). Dato che le azioni sono una “quota di capitale di una società” com’è possibile che la Watch Tower non ne fosse a conoscenza? Non avranno compilato moduli, formulari e quant’altro per entrare in possesso di queste azioni?

  2. Come mai McCann ed il suo socio intestano le azioni alla Watch Tower Society, mentre questa afferma che invece si trattava solo di un accordo privato fra i primi due?

  3. È possibile che nessuno alla Watch Tower si sia accorto di utili e plusvalenze provenienti da questa operazione?

  4. . Come mai i documenti della RandCam/Regi dicono che non è avvenuto nessun cambiamento nello stato azionario e che, se vi fosse stato, l’amministratore lo avrebbe dovuto comunicare alla SEC (organo di controllo americano per le società di capitale)?

  5. Come mai la Watch Tower non si è accorta che l’appalto militare per il motore RAND-CAM è stato assegnato nel 1996? Hanno fatto forse ricorso alla strategia teocratica, mentendo ai fratelli per non turbarli?

  6. Perché la Watch Tower dice di non aver ricevuto contribuzioni mentre avrebbe dovuto ricevere “dividendi”?


Bene, rispondiamo a queste domande. Ma facciamo una premessa: come notate, si parla di “azioni”. Spesso però si confonde il diritto privato italiano con quello americano. Jim McCann (testimone di Geova) prese la decisione di dare parte dei profitti alla Watch Tower Society ponendo 51% della Rand-Cam in società con la Watch Tower e vincolando i profitti al momento in cui avrebbe raggiunto il suo scopo e venduto tutto.


Ma attenzione! “Azione” , in questo caso, non ha lo stesso senso che gli diamo in italiano. Da noi per “azione” si intende generalmente la “quota del capitale di una società”, vale a dire che equivale a denaro contante, e perciò si parla di “vendere, acquistare azioni” (De Mauro 2000). Nel nostro diritto non sono previste “azioni” che non corrispondano a un capitale “fruibile”. (La Piccola Treccani, Istituto per l’Enciclopedia Italiana Giovanni Treccani, Roma 1995, vol. 1, p. 924). Nel sistema della common-law invece è prevista la figura della “share” che non sia un titolo di credito.


Il De Franchis (vol. 1, p. 1354), dice: “le azioni non sono considerate né dall’ordinamento inglese, né in quello nord-americano titoli di credito e neanche negotiable instruments (v.), salvo le bearer shares (v.)”. In Italia le “bearer shares”, che sarebbero ― traducendo ― le “azioni al portatore” non sono neppure previste (come spiega la stessa fonte). Quindi, in linea generale, che si parli di “shares” non dice nulla circa il fatto che questo titolo corrisponda a una quota posseduta o a un credito da ricevere da chi l’emette.


In questo caso sarebbero “azioni” che danno diritto ad un dividendo quando l’operazione finanziaria è totalmente conclusa. Non comportano un’accettazione del ricevente, che solo in caso di “dividendo” viene informato.


Chiarito questo aspetto, rispondiamo alle domande di cui sopra:


  1. L’accordo di dare i profitti della Società nella misura del 50%, fu discusso all’interno della Rand Cam. Una volta che Jim McCann avesse concluso la sua operazione avrebbe ceduto fisicamente le azioni alla Watch Tower che avrebbe così potuto incassare il credito.

  2. Quindi sarebbe stata come una sorta di “contribuzione”. L’intestare azioni alla Watch Tower fu un modo per garantire questa “contribuzione” nel futuro.

  3. Le prime due risposte comprendono anche questa. È ovvio che nessuno alla Watch Tower sapesse nulla di questo.

  4. Non è affatto vero che i documenti REGI non dicono nulla. I documenti relativi lo stato azionario sono stati variati. Ma quelli che vengono mostrati nei siti dei nostri oppositori non sono documenti relativi lo stato azionario della REGI ma rendiconti di cassa. Il che è molto diverso!

  5. La Watch Tower non si è ovviamente accorta di nulla perché i due soci fondatori della Rand Cam non hanno riferito nulla alla stessa. Ecco perché! Tutto è avvenuto all’insaputa della Watch Tower. Nessuna menzogna e nessun ricorso alla cosiddetta “strategia teocratica”.

  6. In effetti il risultato di questa operazione finanziaria non avrebbe comportato “dividendi” ma sarebbe stata una contribuzione del McCann alla Watch Tower Society. Il fatto che il McCann abbia intestato delle “shares” (azioni) senza diritto di voto (termine, come abbiamo visto, che non va confuso con le “azioni” del mercato italiano) aveva sicuramente efficacia nei confronti degli altri soci. In pratica il McCann voleva essere sicuro che una volta completata l’operazione finanziaria la sua contribuzione arrivasse alla Watch Tower. Per prendersi questa garanzia usò una forma tipica del mercato americano.


Come avrete compreso, la nostra Redazione ha fatto un duro lavoro. È riuscita a contattare uno degli sviluppatori del Rand Cam Engine, ad intervistarlo (parte dell’intervista è riportata in calce) e ad avere ulteriori chiarimenti. Abbiamo, inoltre consultato fonti di diritto privato italiano e americano. In tutto questo ci sembrano chiare due cose:



  • La questione del contesto. Da sempre diciamo che ogni avvenimento va contestualizzato. La questione Rand Cam è avvenuta negli Stati Uniti dove vige un diverso ordinamento commerciale e dove le parole “azione” e “società” hanno sensi diversi rispetto al nostro ordinamento.

  • La questione della non-notizia. Gli articoli che esistono su questa faccenda non riportano alcuna prova diretta e inconfutabile. Tutti si basano su ipotesi e speculazioni. Avviene con il caso Rand-Cam quello che avviene, nel giornalismo italiano, con le notizie fill-in, cioè riempitive. Esempio: due politici si incontrano al bar della camera dei deputati sotto gli occhi di un giornalista. Il giornalista, dovendo riempire alcune colonne e non avendo dati, scriverà che “avranno sicuramente parlato di...” e “non è possibile che non si siano detti...” e così via. Ma se ci fate caso la notizia, quella vera, non c’è.


Nel caso Rand Cam non c’è né notizia né prova. C’è solo la storia, molto umana, di due uomini alle prese con una invenzione più grande di loro, presi da problemi economici grossi (come si evince dall’intervista da noi effettuata) e travolti dalla situazione.


Un lettore che ha approfondito la questione RAND CAM sia sul nostro sito che su altri a noi non favorevoli ci ha scritto:

“Ho già detto e ripeto che la WT non ha MAI fabbricato armi, sia direttamente (e ci mancherebbe!!!) sia indirettamente. Chi sostiene questo è SENZA DUBBIO un calunniatore!”, concludendo: ”Io vi ringrazio veramente tanto per tutto quello che avete fatto per me per chiarire la vicenda... e vi assicuro che se in futuro incontrerò di nuovo sulla mia strada la questione RAND CAM, quello esposto prima sarà il mio giudizio sulla questione”

Espressioni come questa ci rinfrancano e ci ricompensano per tutto il lavoro fatto. Non abbiamo mai avuto la pretesa di difendere sempre ed acriticamente la Watch Tower Society. Non siamo i suoi apologisti d’ufficio. Il nostro vanto ed il nostro retaggio è servire la verità. Crediamo che chi voglia fare un servizio alla verità debba fare attente ricerche e dire le cose così come stanno. Noi abbiamo la coscienza a posto. La stessa cosa non la può dire chi ha perso la sua obbiettività e spinto da livore e rancore omette di fare attente ricerche e lancia accuse inverosimili. Non crediamo dorma sonni tranquilli. Almeno non da ora e per questa questione.

Parte dell’intervista rilasciataci il 02.02.2004:

Tdgonline: Chi era il proprietario della Rand Cam

D.B.R.: Jim McCann


Tdgonline: Ci puoi spiegare la questione della compartecipazione della Watch Tower?

D.B.R.: Jim mise il 51% percento della Rand Cam in società con la Watch Tower vincolando i profitti al momento in cui la Rand Cam avrebbe raggiunto il suo scopo e venduto tutto.


Tdgonline: Quindi la Watch Tower avrebbe preso i soldi solo a giochi fatti?

D.B.R.: Io non credo che Jim avrebbe versato nulla alla Watch Tower anche dopo aver incassato dalla vendita alla Reg Tech


Tdgonline: Perchè hai questa sensazione?

D.B.R.: Perchè Jim promise molto a molti ma l’unica cosa che ha fatto è stata intascarsi tutti i soldi e scappare nel Centro America.


Tdgonline: Jim McCann è un Testimone di Geova?

D.B.R.: Fino all’ultima volta che lo vidi, sì ... ma sai i dollari fanno uno strano effetto a volte.


Tdgonline: Perchè Jim donò il 51% della Rand Cam alla Watch Tower?

D.B.R.: Era tutto vincolato al suo controllo.


Tdgonline: OK! Ma perchè Jim volle donare il 51% alla Watch Tower?

D.B.R.: ...Vedi... Jim si è sempre mostrato una specie di benefattore dell’umanità ma non aveva alcun senso degli af ari. Le vere ragioni sono diventate chiare subito dopo che è sparito con i soldi.


Tdgonline: Che tu sappia, Jim ha mai trasmesso qualche atto o documento alla Watch Tower?

D.B.R.: No. Non lo fece.


Tdgonline: D., tu sei un Testimone di Geova?

D.B.R.: Sì lo sono, anche se inattivo. Ho passato un gran brutto periodo ... ma adesso sta migliorando.